Biennale Venezia: The Nights of Zayandeh – rood film d’apertura di Venezia Classici

Biennale Venezia: The Nights of Zayandeh – rood film d’apertura di Venezia Classici

“Ho girato The Nights of Zayandeh-rood nel 1990 (26 anni fa) in Iran. Dopo aver visto il film, il comitato di censura iraniano mi chiese di tagliarne 25 minuti per ottenere il permesso per la proiezione. Mi rifiutai di accettare i loro ordini. Ciononostante il comitato stesso, ignorando la mia richiesta, tagliò quei 25 minuti dal negativo originale."

Mohsen Makhmalbaf

Sarà Shabhaye Zayandeh – rood (The Nights of Zayandeh – rood) di Mohsen Makhmalbaf, ad aprire la sezione Venezia Classici alla73 esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica giovedì 1 settembre all'interno della Biennale Venezia.

Realizzato nel 1990 in Iran, il comitato di censura iraniano ne tagliò quasi 40 minuti ritenendo la pellicola in opposizione allo spirito della rivoluzione iraniana. Lo stesso leader supremo iraniano lo volle vedere nel suo ufficio in una proiezione privata e lo accusò di essere contro gli obiettivi rivoluzionari e di rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale. Per questo bandì il film e diede il negativo mutilato al comitato di censura, perché fosse tenuto per sempre negli archivi.

"Ventisei anni dopo (nel 2016), il negativo esistente è stato rubato e salvato dagli archivi della censura (non posso dare alcun dettaglio su come questo è stato fatto). Quando dopo ventisei anni ho visto di nuovo il film, sono rimasto sorpreso dal fatto che, nonostante le mutilazioni (quasi un terzo del film), la storia e la struttura principale rimanevano quasi indenni. Il film sembrava una cosa vivente senza arti, ma che respirava ancora, e la storia e il significato non erano perduti"ha detto il regista.

Mohsen Makhmalbaf ha lavorato su ciò che era stato recuperato del negativo e della colonna sonora originale e ne ha inviata una copia alla Biennale Venezia nonostante le iscrizioni fossero già chiuse e si stessero apprestando ad annunziare la selezione ufficiale.

 

"Tuttavia, qualche ora dopo aver spedito il film, ho ricevuto la seguente mail da Alberto Barbera, direttore della Mostra di Venezia: "Ho appena finito di vedere il tuo meraviglioso film e sono profondamente commosso! È davvero forte, audace e toccante. Sapere che il film è stato massacrato e ridotto a 63 minuti mi fa impazzire! Posso solo immaginare quanto più grande fosse la versione originale. Voglio senza alcun dubbio presentarlo a Venezia…" Dopo aver letto le parole di Alberto Barbera, ho sentito il film rinascere. Mi è tornato in mente quel giorno, così tanti anni fa, quando il leader supremo iraniano aveva mandato qualcuno da me. Il suo messaggero era un uomo del clero (Mullah) ed era lì per minacciarmi di morte. Gli ho risposto: "È facile far tacere il regista, ma è impossibile sopprimere il cinema" “.

Mohsen Makhmalbaf