Piero Angela, il divulgatore scientifico più amato d’Italia, scrittore e conduttore televisivo di grande successo, si è spento a 93 anni, il 13 agosto 2022.
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L’annuncio della scomparsa dell’amato giornalista è stato dato dal figlio Alberto, che sui social ha scritto “Buon viaggio papà”.
Piero Angela è riuscito a portare a termine tutti i suoi progetti, così come lui stesso ha spiegato: aveva preparato un messaggio da far divulgare dopo la sua scomparsa, che è stato pubblicato dalla redazione di Superquark, suo storico programma, per salutare tutti noi.
Solo qualche tempo prima, nel 2020, aveva concesso una lunga intervista a Vanity Fair, dove si era raccontato e dove aveva parlato anche della morte.
Piero Angela morte: “Magari nessuno si ricorderà di me”
Sempre ironico, pieno di energia e con uno sguardo lucido su passato e futuro, il 90enne Piero Angela ha parlato a tutto tondo della sua carriera, pescando da uno straordinario straordinario cassetto dei ricordi: come però fa notare l’intervistatore Mario Manca, troppo spesso ad Angela viene chiesto della sua morte. Lui ha risposto:
“Sono un novantenne, per forza lo chiedono. La morte non piace a nessuno (…) Dico sempre che la vita è un’avanzata verso le pallottole e le mitragliatrici: quando sei lontano ne senti il fischio, poi, man mano che ti avvicini, è sempre più difficile cavarsela, e prima o poi ti beccano. Dobbiamo rassegnarci, ma anche vivere al meglio perché non saremo mai più giovani come in questo momento. Sono, però, d’accordo con Woody Allen che, a un giornalista che gli chiese cosa ne pensasse della morte, rispose “non ho cambiato idea. Sono decisamente contrario”. Ecco, anch’io la penso come lui”
Poi Angela si è lasciato sfuggire una profezia pessimistica su come verrà ricordato: “(…) non posso non pensare a Ruggero Orlando, che era il corrispondente della Rai a New York, un personaggio molto popolare e caratteristico. Mi sono reso conto che ormai se lo ricordano solo quelli che hanno più di 50 anni. Magari nessuno si ricorderà di me: forse i bambini, ma solo perché mi hanno visto in tv. I libri di divulgazione hanno una vita breve, quelli di letteratura sono eterni”.
Foto: Kikapress