Parthenope di Paolo Sorrentino è al cinema: tanti hanno sentito una strana sensazione dopo averlo visto. Scopri qual è.
Paolo Sorrentino è tornato al cinema con ‘Parthenope‘, suo decimo film, che già da tempo sta facendo parecchio rumore – come sempre avviene per ogni pellicola del regista napoletano. Sorrentino, infatti, è uno di quelli che lascia spazio a giudizi nettissimi: su di lui i pareri sono talvolta sferzanti e spesso esaltanti, senza mezze misure. I suoi film sono infatti considerati delle opere d’arte, dei quadri in movimento da vivere sul grande schermo. E dentro i quali immergersi. Ma qual è la verità su questo Parthenope? È davvero così bello? Oppure si tratta di un film deludente? Abbiamo cercato i pareri di tante persone che hanno già visto il film al cinema e che hanno detto la loro sul web: la gran parte di loro accusa una strana sensazione. Guardiamo insieme il video per capire qual è.
Parthenope di Sorrentino: la strana sensazione che ha colpito molti spettatori del film
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Molti spettatori del film Parthenope di Paolo Sorrentino sono usciti dal cinema con una strana sensazione.
Su X, infatti, sono in tanti i commenti che parlano della sua immersività: “Erano anni che un film non mi procurasse un coinvolgimento emotivo così intenso. Parthenope mi ha rivoltato come un calzino. E’ un capolavoro, autentica poesia cinematografica“.
Oppure: “quando esci dal cinema sei nel film ancora per una buona mezz’ora“.
E soprattutto: “È stato come stare di fronte ad un quadro astratto. Con gli occhi ho capito poco, quando pensavo di coglierlo mi sfuggiva, ma al cuore è arrivato, altrimenti perché non riuscivo a smettere di piangere?”. E ancora: “Uscita dal cinema, mi sono stupita di non essere nei vicoli di Napoli“.
E voi? Lo avete visto? E che sensazioni avete vissuto?
Isabella Ferrari racconta com’è lavorare con Sorrentino e la sua paura più grande
In una sua recente intervista rilasciata al portale Marie Claire, l’attrice Isabella Ferrari ha parlato di Parthenope, delle sue paure e di come è lavorare con Sorrentino: “Sono stata investita da questo film per tutta una serie di frasi e per una canzone che è quella di Cocciante. Ho ritrovato la mia adolescenza, una gioventù che non c’è più. Non amo riflettere sul mio passato, però vado al cinema per trovarlo. È questo il cinema che mi piace, che mi interessa e che mi commuove moltissimo. Non sono triste, ma mi commuove, perché c’è qualcosa che è sfuggito tra le dita, come la sabbia“.
E poi ha aggiunto: “Avere la risposta sempre pronta è una gran fatica, io non ce l’ho mai avuta veramente. Dico quello che penso. Mi spaventa tutto quello che sono i coaching per sfidare e modificare ogni giorno il proprio carattere, per modificarlo…non sono per me, mi fanno paura. Ho sempre paura di tutto. Ho costruito ogni cosa sulle mie fragilità e su quello che non ho avuto. Il mio ‘prima’ è ‘tanto prima’. Poi si cambia e ci si migliora, certo, e io ci sono riuscita, ma non ho mai dimenticato da dove provengo. Non ho mai scelto un ruolo, ma ho sempre scelto il regista. Non avendo fatto scuole, ho pensato sempre al regista, perché poi il ruolo si costruisce insieme“.
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