In un nuovo servizio portato in scena a Le Iene da Stefano Cortinella puntata dello scorso tre luglio, un celebre influencer ha rivelato al programma di Canale 5 di essere riuscito ad incassare molti soldi (quasi 10mila euro negli ultimi tre mesi) senza fare assolutamente nulla, ma grazie agli insulti ricevuti sui social. Nel servizio, infatti, si scopre che gli influencer hanno cominciato a “reagire” agli insulti facendo partire delle richieste di risarcimento, un vero e proprio sistema che agli utenti più incauti che lasciano commenti diffamatori può costare fino a 2mila euro per ogni singolo messaggio insultante lasciato. Ma come funziona questo “nuovo lavoro” degli influencer? Come fanno ad incassare così tanto dai commenti negativi che compaiono sui loro profili? Non ci resta che andare a scoprirlo insieme.
Come fanno gli influencer a fare soldi dai commenti negativi e dagli insulti sui social?
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Le Iene hanno sentito un avvocato che ha spiegato il nuovo metodo con il quale gli influencer riescono a far soldi grazie ai commenti negativi lasciati sui social: “Nel momento in cui riusciamo a individuare il nome e cognome dell’hater, recuperiamo un certificato di residenza. Quindi si scrive una lettera chiedendo un risarcimento“.
I commenti lesivi rientrano nell’ambito dell’articolo 595 del codice penale, nel quale vengono definiti i termini della diffamazione.
Agli hater viene quindi inoltrata una richiesta di un risarcimento per diffamazione, i cui proventi vengono poi divisi tra la società che effettua la richiesta (in generale uno studio legale) e l’influencer. La richiesta va dai mille ai duemila euro per ciascun messaggio, in una la lettera inviata all’hater nella quale si chiede di chiudere la questione con una richiesta di risarcimento al fine di non agire legalmente.
Chi denuncia una persona che lo ha offeso, però, non deve innanzitutto rispondere ai suoi commenti perché in questo modo non fa che aprire un confronto che fa in qualche modo indebolire la sua posizione.
La prescrizione, per la diffamazione, è di cinque anni. Quindi, gli avvocati possono agire anche su insulti comparsi molto tempo fa.
Photo Credits: Shutterstock