A trent’anni di distanza, un bilancio sul 1994 di Lady Diana, l’anno della “libertà” divenne un “annus horribilis”.

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Sono passati trent’anni dal 1994, un anno che ha segnato la vita di Lady Diana, quello della sua audace richiesta di libertà alla royal family ma, al contempo, anche un annus horribilis in grado di trasformare il suo “nuovo inizio” in uno dei punti più bassi della sua esistenza, dopo il drammatico discorso nel quale la principessa rimase mezza dentro e mezza fuori alle dinamiche di corte, in un meccanismo che non avrebbe mai funzionato, trascinandola in una sorta di piccolo inferno personale. Ma cosa avvenne di preciso in quell’anno? Dopo tre decenni di distanza, proviamo a tracciare un bilancio di quello che avvenne alla “principessa del popolo”.

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Il 1994 di Lady Diana, un annus horribilis: cosa avvenne

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Dopo la separazione da Carlo nel 1992, nel dicembre 1993 Lady Diana annunciò il suo ritiro dagli incarichi ufficiali.

Non una rinuncia completa, dato che rimase per metà dentro e per metà fuori alla royal family, soprattutto per poter stare vicino ai figli, William ad Harry.

La principessa, però, rinunciò al patrocinio di 118 enti di beneficenza per concentrarsi su alcune cause particolari e su alcuni importanti tour all’estero.

Tuttavia, contro il volere della polizia di Londra, Diana decise anche di rinunciare alla sua squadra di protezione. Fu l’inizio dell’inferno: i paparazzi, che già le rendevano la vita difficile, cominciarono a tormentarla.

È per questo motivo che possiamo affermare che il 1994, che avrebbe dovuto essere un anno di libertà per Lady D, divenne il suo annus horribilis.

Le agghiaccianti parole di Re Carlo dopo la morte di Diana: quella frase resterà sempre impressa nella mente di Harry

Tre anni dopo, Lady D sarebbe scomparsa. Il suo secondogenito, Harry ha rivelato di ricordare quasi ogni momento del giorno della morte della madre, a partire dalla convinzione che, in ospedale, avrebbe potuto salvarsi.

Fu Carlo, tuttavia, a dover dire delle parole agghiaccianti al figlio: “Ci hanno provato, caro ragazzo. Temo che non ce l’abbia fatta“.

È possibile che non abbia risposto nulla – scrive Harry nel suo libro di memorie Sparequello che ricordo con sorprendente chiarezza è che non ho pianto. Neanche una lacrima“.

Photo Credits: Kikapress