Calabria, cosa succede in caso esplodesse il Vulcano Marsili? Le conseguenze dell’eruzione del ‘mostro vulcanico’

Il più grande vulcano attivo d’Europa si trova in Italia ed è il Vulcano Marsili: si tratta di un cratere sottomarino assai poco conosciuto tra il grande pubblico ma che spaventa moltissimo gli esperti e tutti coloro che hanno in qualche modo sentito parlare della sua esistenza. Non è un caso che sia tenuto costantemente sotto controllo e monitorato in ogni suo minimo mutamento o movimento. Ma cosa succederebbe all’Italia, e in particolar modo alla Calabria, in caso di una sua esplosione? Il terremoto di stanotte nel cosentino ha riacceso le paure di tutti. Anche perché le conseguenze potrebbero essere davvero terribili come si immaginano in tanti? Non ci resta che provare a scoprirlo guardando insieme il nostro nuovo video!

Terremoto in Calabria e Vulcano Marsili: cosa succederebbe in caso di esplosione?

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Stanotte in Calabria c’è stata una forte scosta di terremoto con magnitudo 4.2. Lo sciame sismico tra Mangano e Cellara ha svegliato i residenti nel cuore della notte, con la scossa che si è sentita anche a Catanzaro e Vibo Valentia.

Ogni volta che però c’è un terremoto in Calabria si comincia a temere per le possibili eruzioni del Vulcano Marsili, anche se sembra non essere affatto collegato all’evento.

Il Vulcano Marsili è uno stratovulcano sottomarino. Si trova nel Mar Tirreno, a 500 metri sotto il livello del mare a metà strada tra Napoli e Palermo ed è caratterizzato sia da eruzioni effusive che esplosive.

A tutti gli effetti si tratta di un vulcano attivo, in quanto le sue ultime eruzioni risalgono a 2000-3000 anni fa, tempi decisamente recenti in termini geologico. Da qualche anno, sul web, si susseguono alcuni messaggi catastrofici che disegnano scenari apocalittici in caso di esplosione del vulcano stesso.

La verità è però ben diversa: secondo l’INGV, se si verificasse un’eruzione esplosiva del Marsili, tutta l’energia sprigionata si disperderebbe nell’acqua sovrastante. In cima, praticamente, vedremmo solo delle bolle e delle rocce magmatiche capaci di risalire e l’unica conseguenza riguarderebbe una deviazione delle rotte marine nell’area.

Qualora però il vulcano dovesse collassare durante l’esplosione – un caso assai improbabile ma non impossibile – ci troveremmo di fronte allo spostamento di un’enorme massa d’acqua che colpirebbe la Calabria con uno tsunami. Si tratta però di una remota eventualità, come sottolinea l’INGV.

Fine del mondo, uno studio ha svelato quando la Terra non avrà più ossigeno: la data

Uno studio pubblicato nel 2021 su Nature Geoscience ha rivelato una data da segnarsi in agenda, dato che rappresenta il momento in cui l’atmosfera terrestre perderà completamente il suo ossigeno.

Non c’è motivo di preoccuparsi, però, poiché questo evento è previsto tra circa 1,08 miliardi di anni, con un margine di errore stimato in 140 milioni di anni.

Gli scienziati spiegano che sarà l’aumento dell’attività solare a segnare questo cambiamento, rendendo impossibile per il nostro pianeta continuare a produrre ossigeno, trasformando così la Terra in un ambiente ostile alla vita come la conosciamo.

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