Papa Francesco è morto oggi, lunedì 21 aprile 2025, alle ore 7:35 nella sua residenza di Casa Santa Marta in Vaticano. La notizia è stata diffusa con profonda commozione dal cardinale Kevin Farrell, che ha voluto ricordare il Pontefice come un uomo interamente votato al servizio della Chiesa, dei più fragili e degli emarginati.
Negli ultimi mesi, Jorge Mario Bergoglio aveva affrontato una dura battaglia contro la malattia. Il 14 febbraio era stato ricoverato al Policlinico Gemelli a causa di una polmonite bilaterale aggravata da infezioni polimicrobiche. Dimesso dopo 38 giorni di degenza, sembrava in via di miglioramento. Lo scorso 20 aprile, aveva perfino presieduto la benedizione Urbi et Orbi, un’apparizione pubblica che aveva dato speranza ai fedeli.
Ma il sollievo è durato poco. La notizia della sua scomparsa ha rapidamente fatto il giro del mondo, aprendo una ferita collettiva e lasciando spazio a un silenzio carico di rispetto e dolore. E proprio oggi, mentre milioni di persone si raccolgono in preghiera, torna alla memoria un aneddoto raccontato da Papa Francesco in un’intervista rilasciata cinque anni fa a Tv2000. Un racconto che, riascoltato oggi, assume il tono di una riflessione intima e quasi profetica.
Nel 2020, il Papa rievocò la morte di un vescovo argentino, suo caro amico, al quale fu vicino fino agli ultimi istanti. I medici non riuscivano a spiegare perché non si spegnesse, finché un sacerdote – suo figlio spirituale – chiese di restare da solo con lui. Dopo pochi minuti, il vescovo spirò. Più tardi, Francesco raccontò che quel sacerdote gli aveva sussurrato parole semplici ma decisive: “Lascia andare, abbandonati. Hai fiducia.”
“Mi ha fatto assumere proprio la realtà della morte”, concluse il Papa. Quelle parole, oggi, risuonano con una forza nuova. Non solo per la serenità con cui parlava della fine, ma per il modo in cui ci invita a viverla: non come una sconfitta, ma come un atto di fede.
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