Cosa fare quando scappa la pipì proprio in mare? Che conseguenze ci sono per l’ambiente che ci circonda? Ecco le risposte
Con l’arrivo dell’estate e delle giornate al mare, può capitare di trovarsi a dover fare pipì mentre si è in acqua. Ma si tratta di un bisogno innocuo o di un atto di inquinamento? Quando si fa pipì in mare, cosa succede?
In realtà non si crea un problema ambientale. La composizione chimica dell’urina non è dannosa per l’ambiente marino. L’urina è principalmente composta da acqua, con una piccola quantità di cloro, sodio e urea. Inoltre, molti animali marini svolgono le loro funzioni fisiologiche direttamente in mare. Ad esempio, le balene contribuiscono alla fertilizzazione della flora marina attraverso l’azoto presente nell’urea. Pertanto, fare la pipì in mare non è un problema e può addirittura essere benefico per l’ecosistema marino.
Tuttavia, la situazione è diversa quando si fa pipì in piscina. Poiché l’acqua della piscina è chiusa e non viene sostituita frequentemente, le sostanze contenute nell’urina possono accumularsi maggiormente. Inoltre, la reazione tra il cloro presente nell’acqua e l’acido urico può generare composti che possono essere dannosi per l’apparato respiratorio e la pelle.
Fare la pipì in mare, dunque, non rappresenta un problema ambientale, mentre in piscina può avere conseguenze negative sulla salute delle persone presenti. È importante essere consapevoli di queste differenze e rispettare le norme di igiene e pulizia durante le attività acquatiche.
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