Dazi, le tariffe più strane di Trump: cattive notizie anche per i pinguini. E’ davvero accaduto?

Può sembrare una burla partorita da qualche buontempone, e invece è tutto vero: tra i dazi più strani di Donald Trump ce ne sono alcuni che vanno oltre i consueti avversari economici degli Stati Uniti, finendo per colpire territori privi di attività commerciale significativa e addirittura i pinguini!

Donald Trump: quegli strani dazi sui pinguini

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Sembra uno scherzo, ma non lo è. Nella sua ultima crociata commerciale, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di stendere una vera e propria rete globale di dazi, colpendo non solo giganti come la Cina, ma anche territori che di commerciale non hanno molto con dei dazi a dir poco strani.

Tra i luoghi “colpiti” dai suoi ultimi provvedimenti figurano persino le remote isole Heard e McDonald, sperduti lembi di terra dell’oceano subantartico, disabitati da anni e popolati quasi esclusivamente… dai pinguini.

Per questo motivo, non ci stupisce che la decisione abbia fatto sorridere il mondo intero. Secondo l’amministrazione di Trump, ogni paese (o isola, a quanto pare) che mantiene alti dazi verso gli USA merita una risposta “reciproca”. Peccato che queste isole siano, di fatto, un santuario naturale australiano, lontano da qualsiasi traffico commerciale… Praticamente ha messo un dazio sulle esportazioni dei pinguini!

Sui social la si è presa a ridere, facendo una certa ironia sui “pinguini evasori fiscali” e sulla loro possibile risposta commerciale al presidente americano!

Dazi USA, prodotti di uso quotidiano che costeranno di più per gli italiani

Pinguini e fatti strani a parte, con il nuovo piano tariffario globale di Donald Trump, pensato per rendere “reciproci” i dazi tra Stati Uniti e resto del mondo, diversi prodotti italiani di uso quotidiano rischiano di diventare decisamente più salati per le tasche degli italiani stessi.

Il settore più colpito potrebbe essere quello dell’auto, con incrementi tariffari che potrebbero toccare anche il +5,6%, specie per quei veicoli che utilizzano componenti e ricambi importati dagli USA.

Anche l’agroalimentare italiano potrebbe subire un aumento medio del 5,8%.

Infine, un impatto non trascurabile riguarderà il comparto della meccanica e dell’elettronica, che anche se registrerà aumenti più contenuti (intorno all’1,4%), coinvolge tanti prodotti di uso quotidiano, dagli elettrodomestici agli utensili per la casa.

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