Sono passati 48 anni da uno dei disastri ambientali più devastanti della storia del nostro paese, un evento che in molti non ricordano nemmeno ma che sconvolse la vita di tanti nostri concittadini. Stiamo parlando ovviamente del Disastro di Seveso che, il 10 luglio 1976, causò la fuoriuscita e la dispersione nell’atmosfera di una nube di diossina TCDD, una sostanza artificiale estremamente tossica. La nube investì gran parte dei comuni della bassa Brianza, causando un disastro ambientale senza precedenti, almeno nel nostro paese.
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Disastri ambientali: sono passati 48 anni dal disastro di Seveso
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Il 10 luglio 1976, una nube di diossina cominciò a fuoriuscire dall’azienda chimica Icmesa, a Meda, a confine con Seveso, nell’attuale provincia di Monza e Brianza (all’epoca in provincia di Milano).
La fuoriuscita provocò uno dei peggiori disastri ambientali della storia d’Italia, in un territorio già provato dalla fuoriuscita costante di gas, scarichi e liquami inquananti.
A causare il disastro del 10 luglio ’76, fu l’avaria di un sistema di controllo di un reattore chimico che, salendo ad altissime temperature, sprigionò uno dei tipi di diossina più tossici conosciuti, da allora ribattezzata “diossina Seveso“.
Le conseguenze del disastro furono disastrose: si sollevò una nube tossica che colpì tutti i comuni della zona, portando alla chiusura dell’azienda e all’evacuazione della zona. Quest’ultima avvenne solo quattordici giorni dopo e venne seguita da un quadro apocalittico che portò alla demolizione di case e all’abbattimento di animali e piantagioni.
Il disastro ambientale portò a livelli di contaminazione mai visti, in quello che rimane a tutt’oggi uno degli eventi più devastanti della storia del nostro Paese.
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