Un farmaco giapponese stimola la ricrescita naturale dei denti. In futuro, addio a impianti e protesi: arriva anche la tecnica dei denti coltivati.

Un team di ricercatori giapponesi ha avviato una sperimentazione clinica su un innovativo farmaco progettato per stimolare la ricrescita dei denti negli esseri umani. Questo trattamento si basa su un anticorpo monoclonale che inibisce il gene USAG-1, il quale normalmente impedisce la formazione di denti soprannumerari. Bloccando questo gene, il farmaco mira ad attivare una potenziale terza serie di gemme dentarie, favorendo la crescita di nuovi denti in modo naturale.

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I test sugli animali

Nei test preclinici su animali, come topi e furetti, il trattamento ha mostrato risultati promettenti, inducendo la formazione di nuovi denti. La sperimentazione attuale coinvolge pazienti adulti privi di un dente, con l’obiettivo principale di valutare la sicurezza del farmaco. Se i risultati saranno positivi, questa terapia potrebbe rappresentare una svolta per le persone affette da anodontia, una condizione congenita caratterizzata dall’assenza di denti, e per coloro che hanno perso elementi dentari a causa di traumi o malattie.

I denti coltivati in laboratorio

Oltre alla via farmacologica, anche la rigenerazione dei denti attraverso coltivazioni in laboratorio sta compiendo passi da gigante. Un altro gruppo di ricercatori giapponesi, guidato dall’Università di Kyoto, ha infatti sviluppato una tecnica in grado di far crescere veri e propri denti biologici partendo da cellule staminali. In studi condotti su topi e cani, gli scienziati sono riusciti a stimolare la formazione di nuovi denti direttamente nella mascella, agendo sullo stesso gene USAG-1 attraverso un approccio differente. Anche in questo caso, l’obiettivo finale è offrire una soluzione naturale, in grado di sostituire completamente protesi e impianti. Le sperimentazioni cliniche sull’uomo potrebbero iniziare già entro il 2025.

Il progetto e gli studi della terapia

Il professor Katsu Takahashi, a capo del progetto presso il Medical Research Institute Kitano Hospital di Osaka, ha espresso ottimismo riguardo al potenziale successo della terapia. Altri esperti nel campo, come il professor Angray Kang della Queen Mary University di Londra, hanno definito questo approccio “entusiasmante e da perseguire”, riconoscendo l’importanza della proteina morfogenetica ossea (BMP) nel processo di rigenerazione dentale.

Sebbene sia ancora presto per determinare l’efficacia definitiva del farmaco nell’uomo, questa ricerca apre nuove prospettive nel campo della rigenerazione dentale, offrendo speranza a milioni di persone in tutto il mondo.

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