Déjà-vu, ‘già visto’: è questa la traduzione letteraria di questa espressione che indica un fenomeno che affascina sia il mondo scientifico che artistico. Ma cosa sono e cosa significano?
Déjà-vu, cosa sono e qual è il loro significato? Il mistero tra scienza, psicologia e esoterismo
Vi sarà sicuramente capitato di provare una forte sensazione di familiarità con un evento che state vivendo per la prima volta, come se vi fosse già accaduto: ecco quello è un déjà-vu. È un fenomeno di natura psicologica e neuropsicologica, che accade alla maggior parte delle persone: tra il 30% e il 96% della popolazione mondiale ne sarebbe colpita.
Tutto avviene velocemente in pochi secondi, tra i 10 e i 30 secondi; vengono considerati ricordi falsi o sbagliati. Come dicevamo è un fenomeno che affascina sia le arti visive come il cinema (vedi ad esempio Matrix) che la scienza. La prima a studiarlo fu la psicoanalisi a cavallo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Per Sigmund Freud il déjà-vu altro non era che una manifestazione di desideri repressi mentre per Carl Jung un’alterazione dell’inconscio collettivo.
Oggi secondo la neurologia sarebbero dovuti ad una scarica che avviene nell’ippocampo e nel lobo temporale medio. Gli studi hanno evidenziato come chi soffra di epilessia, viva un déjà-vu poco prima di avere un episodio epilettico.
Per la psicanalisi si tratta di un ricordo vissuto nel passato come in un sogno o qualcosa che abbiamo visto in un film che viene riproposto dal nostro subconscio.
C’è poi chi li considera appartenenti al campo del paranormale e dell’esoterismo. Attraverso una falla spazio temporale il futuro si manifesterebbe a noi.
A noi piace pensare che il déjà-vu sia una modifica di Matrix, il programma che gestisce il mondo virtuale in cui viviamo.
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