Alga tossica in Puglia: consigli pratici per evitare i rischi, dalle zone a rischio ai sintomi da riconoscere. Leggi cosa fare prima e dopo il bagno

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In estate, le coste pugliesi sono meta ambita da molti turisti, attratti dalla bellezza del mare cristallino e dalle spiagge incantevoli. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrata una crescente preoccupazione per la proliferazione di un’alga tossica chiamata Ostreopsis ovata. Questo fenomeno è particolarmente rilevante in alcune aree della Puglia, dove l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) ha segnalato la presenza dell’alga, soprattutto nei pressi di Bari e altre località della costa adriatica.

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Le aree maggiormente interessate dalla presenza dell’alga tossica includono il Faro di Bari, Santo Spirito, Giovinazzo e Molfetta. Altre zone come Monopoli e il sito della ditta IOM-ex Sansolive presentano una presenza di alga più contenuta.

Si tratta di una microalga di origine tropicale che ha trovato nel Mediterraneo un ambiente favorevole alla sua crescita. Si ritiene che sia stata introdotta accidentalmente attraverso le acque di zavorra delle navi. Può produrre tossine che, se rilasciate in determinate condizioni, possono provocare effetti nocivi sulla salute umana. L’alga si manifesta visibilmente colorando l’acqua di tonalità insolite come il rosa, il rosso, il verde o il marrone.

I sintomi di avvelenamento possono comparire tra le 2 e le 6 ore dopo l’esposizione e includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie, mal di testa, nausea, congiuntivite, raffreddore, dermatite e, in alcuni casi, febbre.

Per chi si trova in vacanza nelle aree a rischio, è essenziale seguire alcune precauzioni: ad esempio, se l’acqua appare di colore anomalo o se ci sono avvisi di fioritura algale, è meglio evitare di fare il bagno. Dopo il bagno, è importante risciacquarsi accuratamente con acqua dolce per rimuovere eventuali residui di alga dalla pelle.

Foto: Kikapress