La figlia di Fabrizio Frizzi con la mamma Carlotta Mantovan al parco. In mano la bambina ha il giocattolo Woody, interpretato dal papà al cinema: un modo per ricordare il papà? Ecco come parlare ai bambini di un lutto e come superarlo
Da quel maledetto 26 marzo, la vita di Carlotta Mantovan e della piccola Stella è cambiata. La scomparsa improvvisa di Fabrizio Frizzi ha lacerato il cuore di sua moglie e quello della loro figlioletta. Un’assenza che si fa sentire ogni giorno, nonostante le donne della sua vita si stiano sforzando di andare avanti. Anche senza di lui.
E sembra che Stella abbia trovato un modo per sentire ancora vicino il suo papà, anche mentre sta giocando. La bambina – come mostrano alcuni scatti pubblicati su Diva e Donna – ha trascorso un po’ di tempo al parco con la sua mamma.
Dalle foto, si vede che la bambina tiene in mano dei giocattoli e sembra non volersi proprio separare dal pupazzo di Woody, il cowboy protagonista di Toy Story, proprio quello a cui Frizzi prestò la voce nella versione italiana del film d’animazione della Disney.
Ci piace pensare che Fabrizio vegli sempre su Stella e Carlotta, stando loro vicino e guardandole con quel suo indimenticabile e affabile sorriso di uomo buono.
Ma come la figlia del compianto conduttore, tanti bambini, purtroppo, sono costretti troppo presto a fare i conti con la morte di una persona cara e non sempre è facile spiegare ai più piccoli perché accade.
Possono essere d’aiuto i consigli di Claudio Mochi, psicologo esperto il play therapy, che in un articolo pubblicato tempo fa ha provato a spiegare come comportarsi con i bambini in vista o durante un lutto.
Intanto, nonostante possa sembrare poco piacevole, sarebbe opportuno affrontare l’argomento della morte fin dall’infanzia, per aiutare i bambini a “comprendere “gradualmente” la morte come un evento naturale che è nell’ordine delle cose”.
D’altronde, sono i bambini stessi che, crescendo, maturano una loro idea della morte: dai tre anni in poi, si può provare a dialogare su questo tema, facendo attenzione a utilizzare un linguaggio adeguato all’età del bambino.
Sì, ma cosa dire ai piccoli di casa quando muore una persona cara? “Solitamente – spiega l’esperto – rispetto a questo argomento i genitori veicolano dei contenuti sulla base dei propri valori delle proprie convinzioni” e credo religioso.
Nello spiegare ai propri figli che un amico o un parente non c’è più, bisogna essere accorti a non turbarli: mai, ad esempio, dire che una persona che è morta sta dormendo, altrimenti il bambino potrebbe associare il sonno alla morte e avere difficoltà o addirittura paura di addormentarsi.
Come ogni persona, anche i bambini hanno bisogno dei loro tempi e modi per elaborare il lutto: aiutarli ad aprirsi per esprimere ciò che provano – rabbia, tristezza, angoscia, frustrazione – facendo loro capire che anche mamma e papà si sentono allo stesso modo, può essere davvero utile.
Infine, non dimentichiamoci del contributo che può dare al processo di superamento del dolore la dimensione ludica: giocare, scrivere, disegnare sono tutte attività che aiutano i più piccoli ad esternare le loro emozioni e i loro sentimenti.
(foto @kikapress)