In anteprima assoluta per Visionarea Art Space – Auditorium Conciliazione
Matteo Basilé torna con Hybrida: dal 25 maggio al 6 settembre
Il creatore di mondi Matteo Basilé torna a sperimentare tra NFT, arte, fotografia e digitale con Hybrida: l’immateriale si fa materiale nell’ibridazione contemporanea di nuovi linguaggi, figure femminili e antropologie futuribili in anteprima assoluta per Visionarea Art Space all’Auditorium Conciliazione di Roma dal 25 maggio al 6 settembre.
VISIONAREA ART SPACE ospita il creatore di mondi Matteo Basilè
Collocata presso l’Auditorium Conciliazione, VISIONAREA – con il sostegno della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele – conferma così la sua vocazione ad avamposto contemporaneo nel cuore di Roma, chiudendo la nuova stagione con una mostra che porta all’attenzione del grande pubblico le nuove sperimentazioni ibride di Matteo Basilé.
Hybrida si articola tra opere fotografiche di vario formato che adattano le loro superfici alle direzioni energetiche del singolo soggetto, al piano d’irradiazione, ad una capacità di evocare paesaggi anche quando questi non compaiono.
Basilè, da Rembrandt al NFT in un viaggio di antropologie futuribili
Fondali piatti di matrice fiamminga isolano le figure femminili di quest’antropologia futuribile, imponendo la centralità alla Rembrandt della loro drammaturgia, come se ci indicassero i margini dei nostri sbagli e delle occasioni perdute. I tre monitor che contengono altrettanti ritratti compiono lo stesso rituale ma con la qualità semantica dell’alta definizione, dentro una grammatica digitale che esalta l’infinitesimale percezione del dettaglio microscopico.
Da oltre un ventennio Basilé dimostra come la cultura digitale sia integrata ai linguaggi analogici, codificando una grammatica che si contamina con le altre grammatiche espressive, sottolineando una sincronia tra potenza e atto tecnologico. La sua visione stabilisce le coordinate della fotodigigrafia, sintesi virtuosa tra meccanica ed elettronica, tradizione e innovazione, setting reale e virtuale, manualità minuziosa e tecnologia esemplare.
Basilé ha sempre attraversato i generi, le etnie, i luoghi e ha reso universali le storie di pochi. Con la sua fotografia ha raccontato la stratificazione umana tra bellezza e diversità rendendo i suoi soggetti creature sospese in un tempo indefinito e in una forma fisica ibrida come è oggi il concetto del Metaverso.
L’umanità di Basilé ha seguito l’andamento macroscopico del Pianeta; le vecchie barriere geografiche, politiche e ideologiche sono ormai scomparse, superate da una coscienza della rinascita collettiva, da una nuova genealogia meticcia, da un sincretismo perfezionato.
Quei corpi narranti sono figure di una rinascita che segna l’inizio dopo molti “post”, il limbo in cui sono superate le barriere delle norme sociali, dove i canoni estetici si rivolgono alle psicogeografie di Guy Debord, al dionisiaco di Michel Maffesoli, all’estetica del Capitalocene di Nicolas Bourriaud.
Foto: Matteo Basilè via HF4