Il terremoto a Taiwan ha riacceso i timori delle scosse sismiche improvvise: in Italia, qual è la situazione? E quali sono le zone più a rischio?
Un devastante terremoto di magnitudo 7,7 ha colpito l’isola di Taiwan, scuotendo violentemente l’intera regione. L’evento ha causato almeno sette vittime e centinaia di feriti, mentre numerose persone rimangono intrappolate sotto le macerie.
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Le autorità hanno emesso un’allerta tsunami per il Giappone e le Filippine (poi rientrata), con avvisi di evacuazione in varie zone costiere. Sono stati segnalati danni significativi agli edifici e ai trasporti, con interruzioni ferroviarie e metropolitane. Le autorità stanno conducendo operazioni di ricerca e soccorso per soccorrere la popolazione. Il terremoto ha provocato anche scosse di assestamento e un’ondata di panico generale.
La situazione in Italia: le zone più a rischio
In Italia, la frequenza dei terremoti è un fenomeno comune che ha causato danni nel corso dei secoli. Si stima che negli ultimi mille anni siano avvenuti circa 3.000 terremoti, e quasi 300 di questi che hanno causato danni rilevanti.
Secondo i dati della Protezione Civile, le zone più a rischio si concentrano principalmente nell’Italia settentrionale e centrale, oltre che in Sicilia e Calabria. Le scosse sismiche possono avere effetti devastanti sugli edifici, soprattutto quelli più antichi o non progettati per resistere ai terremoti. Tuttavia, oggi le normative sismiche impongono la costruzione di nuovi edifici che rispettino determinati standard di sicurezza.
Lo Stato ha avviato un piano nazionale per la prevenzione sismica dopo il terremoto dell’Aquila nel 2009, che prevede diverse misure, tra cui indagini sulle zone a rischio, interventi per rendere più sicuri gli edifici pubblici e incentivi per migliorare la sicurezza degli edifici privati.
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