Giocatore professionista di football, Bernie Casey debuttò nel mondo del cinema nel film ‘Le pistole dei magnifici sette’ sequel del celebre western ‘I magnifici sette’
Bernie Casey è morto a Los Angeles all’età di 78 anni. L’attore afro-americano, entrato nella storia del cinema con la partecipazione al film Le pistole dei magnifici sette (seguito de I magnifici sette) si è spento in ospedale, circondato dall’affetto di amici e familiari.
Casey era stato un personaggio poliedrico: giocatore di football professionista, si era poi dedicato con passione anche al cinema, alla pittura e alla poesia.
Nato nel West Virginia nel 1939, cominciò la sua carriera da atleta nella Bowling Green State University, prima di essere chiamato in NFL tra le fila dei San Francisco 49ers nel 1961 e poi nei Los Angeles Rams nel 1967. Proprio in quell’anno, prima di lasciare il football, vinse il Pro Bowl, la sfida All Star della National Football League americana.
Il western arrivò l’anno dopo, nel 1969, proprio con il seguito del famoso film di John Sturges. Fu solo il primo dei circa 40 film a cui ha partecipato.
Oltre al cinema, Casey partecipò anche ad alcune produzioni televisive come Brian’s Song del 1971, dedicato alla storia del campione di football Brian Piccolo, malato terminale di cancro. Fu anche protagonista dello show Harris and Company, il primo telefilm americano basato esclusivamente su una famiglia di colore.
È comparso in grandi produzioni come l’apocrifo 007 Mai dire mai e in America 1929 – Sterminateli senza pietà di Martin Scorsese, ma i ruoli che lo hanno reso più celebre è probabilmente quello di Jefferson, presidente di una confraternita, ne La rivincita dei nerd del 1984, quello di John Slade in Scappa, scappa… poi ti prendo! e quello di Mister Ryan nel demenziale Bill & Ted’s Excellent Adventure.
Negli ultimi anni, dopo qualche cammeo in Star Trek: Deep Space Nine e in Babyloon Five, si era dedicato soprattutto alla passione per l’arte e per la poesia.
“Casey ha il cuore e la capacità di mettere quello che ha dentro sulla tela e io sono incoraggiata dalla sua opera – disse di lui la poetessa pioniera dei diritti civili Maya Angelou – il suo cuore rende la mia strada meno rocciosa e il mio percorso meno tortuoso”.