Blade Runner 10 cose da sapere sul film cult di Ridley Scott
Blade Runner 2049 uscirà il prossimo 5 ottobre e, in attesa della sua prima proiezione, scopriamo 10 importanti curiosità sul primo indimenticabile film di Ridley Scott.
1. Il titolo – Nel corso di scrittura e produzione, il film fu temporaneamente chiamato Android, poi Mechanismo e infine Dangerous Days, tutti titoli diversi rispetto al libro dal quale è tratto: “Do Androids Dream of Electric Sheep?” (Ma gli androidi sognano pecore elettriche?) di Philip K. Dick. Il titolo definitivo arriva da un altro romanzo, Blade Runner appunto, di Alan E. Nourse. Che però ha una trama completamente diversa.
2. La frase cult improvvisata – Nel monologo finale di Roy Batty, Rutger Hauer si prese molta libertà nell’interpretazione delle battute, tagliando a suo piacimento e improvvisando gran parte della celebre frase: “Io ne ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.
3. Dustin Hoffman – Prima di dare la parte ad Harrison Ford, Ridley Scott aveva proposto il ruolo di Rick Deckard a Dustin Hoffman. Dopo mesi di trattative e il rifiuto dell’attore per punti di vista divergenti sul personaggio, Scott pensò a Jack Nicholson, Al Pacino, Clint Eastwood e Arnold Schwarzenegger. Solo alla fine, convinto dall’interpretazione di Han Solo in Star Wars, la scelta ricadde su Harrison Ford.
4. Ridley Scott non ha letto il libro – Come abbiamo già detto al punto 1, il film si basa su “Do Androids Dream of Electric Sheep?” di Philip K. Dick. La sceneggiatura fu tratta dal romanzo da Hampton Fancher e David Peoples. Non è quindi illogico il fatto che Ridley Scott non abbia letto il libro dal quale il suo capolavoro è stato tratto: lo ha fatto, in realtà, ma solo anni dopo aver realizzato il film.
5. Il finale e le scene di Shining – La produzione volle modificare il finale del film. Scott voleva concludere la pellicola con Rachael e Deckard che entrano in ascensore, ma gli fu imposto di aggiungere un happy ending. In fase di montaggio vennero quindi utilizzate alcune scene del girato di Shining di Stanley Kubrick e fu aggiunta una voce narrante.
6. I presunti sequel – Il film fu un successo e ovviamente causò molti fermenti nei mercati collegati. Dopo la morte di Philip K. Dick, K. W. Jeter pubblicò Blade Runner 2: The Edge of Human, Blade Runner 3: Replicant Night e Blade Runner 4: Eye and Talon. L’obiettivo era di spiegare le differenze tra il romanzo originale e il film. Anche il film Soldier di David Peoples è considerato una sorta di successore spirituale di Blade Runner, dal quale riprende molti elementi. È dal 1999, inoltre, che diversi sceneggiatori hanno provato a cimentarsi nella scrittura di un seguito ufficiale, ma solo con il nuovo capitolo potremo finalmente vederne uno.
7. Le numerose versioni – Molto spesso i fan vanno in confusione per l’immenso numero di versioni diverse del film rilasciate da Ridley Scott: già all’uscita nei cinema, alla prima edizione (chiamata Domestic Cut) fu affiancata una International Cut per il mercato estero. Seguirono una Director’s Cut nel 1991 e una Final Cut nel 2007.
8. Scena non prevista – La scena in cui Deckard spinge Rachael contro il muro, per impedirle di lasciare il suo appartamento non era prevista dal copione. Ridley Scott la suggerì di nascosto ad Harrison Ford per ottenere una reazione di vera sorpresa da parte di Sean Young. La troppa veemenza di Ford, tuttavia, fece veramente del male alla Young.
9. La lingua di Gaff – Il misterioso personaggio interpretato da Edward James Olmos parla una lingua creata apposta per lui: il Cityspeak. Un mix di giapponese, ungherese, francese, cinese, spagnolo e tedesco che Olmos ideò frequentando corsi notturni di linguistica. Close
10. La maledizione dei marchi – Tra i molti marchi mostrati durante il film del 1982 (ambientato in un futuristico 2019), molti subirono un’infausta sorte. La Pan Am fallì nel 1991, la Cuisinart andò in bancarotta, la RCA passò alla Sony, la Bell Phones perse il suo monopolio e la Atari cominciò rapidamente a perdere quote di mercato. Nemmeno Coca Cola se la passò troppo bene: poco dopo il film, il lancio della New Coke fu uno dei più grandi disastri per l’azienda. L’unica eccezione è data da Tsingtao, la birra cinese che grazie a Blade Runner ottenne un’enorme risonanza che la rese famosa in tutto il mondo