Franco Gatti è morto a Genova a 80 anni. Il suo dolore per la scomparsa del figlio Alessio lo portò ad allontanarsi dalla band

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Franco Gatti dei Ricchi e Poveri si è spento a 80 anni a Genova. Ad annunciare la morte sono stati i membri stessi della band insieme alla sua famiglia. Negli ultimi anni, a seguito della morte di suo figlio Alessio, il cantante si era allontanato dal gruppo che gli aveva regalato la grande popolarità.

Alessio era scomparso a soli 23 anni per overdose e suo padre sembrava non essersi mai ripreso del tutto dal grande lutto. Quando decise di lasciare i Ricchi e Poveri, la decisione apparve affrettata e senza senso, quasi immotivata, eppure la volontà di andarsene era profonda e radicata in lui – evidentemente – già da qualche tempo.

In una lettera aperta pubblicata sul settimanale DiPiù e indirizzata ai suoi compagni di palco Angelo Sotgiu e Angela Brambati, il baffo dei Ricchi e Poveri aveva confessato cosa lo aveva spinto a salutare il mondo della musica una volta per tutte: “Qualcosa in me si è irrimediabilmente spento il 13 febbraio 2013 – ha scritto – Da allora ho convissuto con il dolore, un dolore che il tempo è riuscito appena ad attenuare e che mi accompagna ovunque, infondendomi una stanchezza che alla fine mi ha spinto a dire basta…”.

Per Franco Gatti figlio era ancora vivo. È difficile per un padre rassegnarsi alla morte di un figlio, sopraggiunta per un arresto cardiaco: “Lui è ancora lì nella nostra casa, nella sua camera. Lo ‘sento’ giorno e notte. Mi vede vecchio e stanco – ha rivelato ancora l’artista – e so che è contentissimo di questa mia decisione”.

“Il Franco che conoscevate non esiste più, la sua voce è rimasta lì – aveva riflettuto con amarezza – nella tomba del suo figlio adorato”.

“A complicare le cose – aveva proseguito – negli ultimi mesi ci si è messa anche la salute. Ho rischiato di brutto, quel male al petto in piena notte (…) era un principio d’infarto, sono finito d’urgenza all’ospedale e solo un intervento di angioplastica mi ha salvato la vita”.

Foto: Kikapress