Bambini nati in era Covid: uno studio evidenzia ritardi nello sviluppo
Pandemia e lockdown non hanno solo avuto un effetto a livello psicologico su grandi e piccini, ma anche sui bambini nati in era Covid. Secondo uno studio condotto dal Presbyterian Morgan Stanley di New York e dalla Columbia University ha causato sui nati in pandemia un ritardo dello sviluppo neuro-motorio.
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Test con punteggi più bassi
Confrontando i bambini fino a 6 mesi nati prima della pandemia e quelli della stessa fascia di età nati in era Covid, questi ultimi hanno ottenuto punteggi più bassi negli esami riguardanti capacità motorie e comunicative. Ritardo che non sarebbe legato al fatto se i genitori abbiano contratto o meno il virus, ma piuttosto l’ambiente circostante.
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Stress, isolamento e chiusura emotiva degli adulti tra le cause
L’isolamento vissuto dalle famiglie, la chiusura emotiva, il forte stress subito dalle gestanti durante la gravidanza. Queste sarebbero secondo gli studiosi, alcune possibili cause di tale ritardo di sviluppo. Un altro fattore, è stata la minore interazione tra le persone. Rispetto agli anni precedenti la pandemia, il numero di parole pronunciate ai propri figli (e viceversa) è stato inferiore.
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gli studiosi e gli psicologi sono ottimisti
Lo studio ha anche evidenziato che il ritardo nello sviluppo cognitivo e motorio dei bambini nati in era Covid è maggiore nelle famiglie con un basso reddito
Tuttavia, gli studiosi e gli psicologi sono ottimisti: non si tratta di ritardi permanenti ma di gap che possono essere recuperati.
“I bambini hanno una tale capacità di adattamento ed elasticità. Ci aspettiamo che le cose migliorino e che dovrebbero essere in grado di essere resilienti a molto di cio’ che è successo. Non mi aspetto che scopriremo che c’è una generazione che è stata ferita da questa pandemia” Moriah Thomason, psicologa infantile e adolescenziale al Grossman School of Medicine della New York University.
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Stimolate i bambini
Cercare di stimolare il più possibile i bambini nati in era Covid: giocare con loro, leggergli storie, parlargli e cercare di farli stare insieme a bambini della loro età. Questi i consigli di pediatri e studiosi.
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