Tra “la cumbia della noia” e i “cinque cellulari nella tuta gold“, tra “un ragazzo incontra una ragazza” e “sto tremando sto tremando, sto facendo un passo avanti e uno indietro“, le canzoni di Sanremo 2024 sono in gran parte già diventate dei veri e propri tormentoni. Ma sapevi che esiste una spiegazione scientifica al fatto che determinate canzoni, una volta entrate nella nostra testa, non ne escano mai? A quanto pare i brani del festival sono stati progettati appositamente per sfruttare questo meccanismo psicologico, che consente loro di rimanere aggrappate alla nostra memoria per un tempo che sia quanto più lungo possibile. Il fenomeno è stato ampiamente spiegato dalla scienza. Scopriamo in cosa consiste!
Sanremo 2024: perché le canzoni non ci escono dalla testa?
Sarà sicuramente capitato anche a voi: avete ascoltato le canzoni del Festival di Sanremo 2024 e non vi escono dalla testa. Che si tratta del brano vincitore di Angelina Mango o della ‘Tuta Gold’ di Mahmood, del ragazzo e della ragazza dei The Kolors o del testo della celebratissima Annalisa, non conta… Di sicuro in questi giorni state canticchiando una canzone della kermesse, ormai già veri e propri tormentoni. In realtà esse sono state scritte per essere dei veri e propri ‘earworm‘. Cosa significa? Scopriamolo insieme!
L’earworm, letteralmente “tarlo dell’orecchio“, è un fenomeno così diffuso da avere addirittura un nome che lo identifica. Si tratta di quella canzone, quel ritornello o quella melodia che si insinua nella mente e sembra non voler più andarsene, nonostante ogni tentativo di liberarsene. Ci sono studi che sono pronti a giurare che coinvolga ben 9 persone su 10 almeno una volta a settimana. Stranamente, l’earworm non discrimina: può essere una melodia amata o una canzoncina irritante, ma ciò che conta è la sua irresistibile musicalità.
Nel corso del tempo, sono state avanzate diverse ipotesi per cercare di comprendere le cause, la funzione e i processi intellettivi e psichici legati a questa esperienza. Grazie ai progressi nello sviluppo degli strumenti e dei metodi di studio del cervello, è emerso che dietro questo fenomeno, che può essere sia una semplice esperienza comune che, in alcuni casi, diventare esasperante e persino patologica, ci sono attività cerebrali che sottendono al normale funzionamento della nostra memoria musicale.
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