Perché il caldo ci rende più cattivi? Il legame tra rabbia e crisi climatica

Avete notato che il caldo ci rende più cattivi? Non è una vostra impressione. Un certo legame tra il clima rovente e la tendenza all’aggressività a quanto pare esiste. Non sono solo animali e piante a risentire dell’eccessivo calore di questo periodo, ma anche noi esseri umani.

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Perché il caldo ci rende più cattivi

Questo perché il nostro corpo non è preparato per tollerare per troppo tempo temperature che vanno oltre i 35 gradi. Vari studi dimostrano che infatti quando il calore si abbatte sul corpo succede che le sue prestazioni calano in diversi campi. Di conseguenza diminuisce pure la produttività.

Come se non bastasse il caldo ci rende più cattivi. Questo vuol dire che lo si mette in relazione con un aumento dell’aggressività. Com’è facile intuire questo problema diventa ancora più preoccupante in quelle zone del mondo poco sviluppate economicamente. Qui, infatti, ci sono risorse limitate per gli impianti di refrigeramento, e il caldo fa ancora più danni che altrove.

Lo studio

In particolare alcuni psicologi hanno osservato conversazioni fra coppie di studenti che non si conoscevano, svolte in una stanza dove il termostato era stato impostato ogni volta ad una temperatura diversa. In un secondo momento si chiedeva ai partecipanti di quantificare il livello di ostilità che notavano durante le conversazioni. Ebbene, gli studenti che chiacchieravano a una temperatura più alta erano più aggressivi rispetto a quelli che discutevano a una temperatura maggiormente sopportabile. Quindi sì, il caldo ci rende più cattivi. Pensateci bene: quando soffriamo molto le alte temperature tendiamo a percepire le cose in maniera più negativa e a tollerare meno gli altri.

Il caldo ha brutti effetti anche per gli studenti

Dicevamo prima che il caldo fa calare le nostre prestazioni in tutti i campi. Lo sanno bene gli studenti che si trovano a preparare esami con temperature roventi. Ebbene a loro discolpa c’è una ricerca condotta nelle scuole statunitensi che sottolinea come coloro che sostengono gli esami in un giorno particolarmente caldo abbiano il 10% di possibilità in meno di superarlo rispetto a quelli che lo sostengono in un giorno più fresco.

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