Al 58.esimo congresso della Sir-Società italiana di reumatologia si è parlato molto di prevenzione e dell’importanza dei vaccini soprattutto come strumento per combattere le patologie ad alta diffusione, morbilità e mortalità, in particolare nei soggetti anziani o fragili, con patologie croniche, come quelle reumatologiche, o ad alto rischio ospedalizzazione. “Le malattie reumatiche sono malattie in cui è molto frequente lo sviluppo di infezione – ha spiegato Andrea Doria, responsabile Uoc di Reumatologia dell’azienda ospedaliera di Padova – che sono tra le prime cause di morte in questi pazienti; il reumatologo deve cercare di prevenirle e la vaccinazione è uno dei modi più efficaci di prevenire una infezione”.
Il punto sui nuovi strumenti a disposizione per la protezione di questi pazienti è stato fatto nel corso del simposio “Le innovazioni nella vaccinazione del paziente reumatologico oltre il Covid”, realizzato con il contributo educazionale di GlaxoSmithKline.
Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019, costituisce il documento di riferimento in cui si riconosce, come priorità di sanità pubblica, la riduzione o l’eliminazione del carico delle malattie infettive prevenibili da vaccino. Il Pnpv, oltre a presentare il nuovo Calendario nazionale delle vaccinazioni gratuitamente offerte alla popolazione per fascia d’età, contiene capitoli dedicati agli interventi vaccinali destinati a particolari categorie a rischio (per patologia, per esposizione professionale, per eventi occasionali) e individua alcune aree prioritarie di azione. “Ci sono le vaccinazioni classiche come quella influenzale o quella da pneumococco – ha continuato Doria – ma tante altre vaccinazioni oggi sono richieste dai medici e tra cui ultima quella Covid 19 raccomandata a tutti i pazienti immunocompromessi. Poi anche quella contro l’Herpes Zoster che è una delle infezioni più frequenti tra i pazienti trattati con alcuni tipi di farmaci molto utilizzati in reumatologia; poi ci sono tante altre vaccinazioni raccomandate come l’epatite B o la vaccinazione meningococcica”.
E proprio l’Herpes Zoster è una delle patologie più rischiose e invalidanti per i pazienti fragili. Più comunemente noto come Fuoco di Sant’Antonio, l’Herpes Zoster è la riattivazione del virus varicella che colpisce le strutture nervose. Il virus dopo aver causato la varicella può rimanere inattivo nel tessuto nervoso anche per molti anni per poi risvegliarsi improvvisamente. Questo porta solitamente eruzioni cutanee dolorose simili alla varicella più frequentemente su un solo lato del torace o dell’addome, ma può estendersi anche in altre parti del corpo.
Circa 1 individuo adulto su 3 è a rischio nel corso della propria vita. L’incidenza e la gravità aumenta con l’età, con un incremento dopo i 50 anni, arrivando ad 1 individuo su 2 nei soggetti di età superiore a 85 anni.
“Stiamo attraversando una transizione demografica, – ha spiegato Paolo Castiglia, coordinatore del centro vaccini dell’Aou di Sassari, Dipartimento di igiene – grazie anche ai successi nella prevenzione e nella terapia la popolazione sta invecchiando, e quindi stanno cambiando le condizioni di rischio per le malattie infettive, per cui le vaccinazioni che sono state disegnate per la popolazione fragile dei bambini oggi stanno sempre più spostandosi verso la popolazione adulta, quindi sebbene l’incidenza rimanga preponderante dell’età infantile, il carico della patologia derivante dalla popolazione anziana è maggiore”.
La prevenzione dell’infezione da Herpes Zoster può essere condotta in maniera efficace e sicura attraverso il vaccino. La vaccinazione è disponibile da diversi anni in Italia ed è prevista nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale inserito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). È gratuita e raccomandata nelle persone con 65 anni di età o negli individui a rischio, anche se più giovani.
Per difendersi da questa patologia oggi è disponibile una nuova arma: il nuovo vaccino ricombinante adiuvato che in alcune regioni è già disponibile per i pazienti fragili, come quelli reumatologici. “Si tratta di un nuovo vaccino ricombinante – ha proseguito Castiglia – e quindi non ha i limiti che aveva il vaccino finora disponibile vivo attenuato sia per efficacia, ma soprattutto perché non poteva essere indicato per gli immunocompromessi. Oggi abbiamo una nuova arma contro l’Herpes Zoster sia per gli immunocompromessi che per gli immunosenescenti, quindi i grandi anziani”.
Molte regioni si stanno attivando per rendere disponibile ai propri cittadini questa novità: “La Regione Veneto – ha ricordato Doria – ha appena fatto uscire in Gazzetta Ufficiale la notizia, il vaccino è disponibile e può essere utilizzato in tutti i pazienti gratuitamente sia in quelli con più di 50 anni sia negli immunocompromessi tra i 18 e 50 anni. Da questo punto di vista la Regione Veneto sta segnando la strada”, ha concluso.