Un calo delle coperture vaccinali per le malattie ‘no Covid’, ma anche una maggiore attenzione allo strumento della vaccinazione, vissuto come speranza e soluzione contro la pandemia, e all’organizzazione delle campagne. Sono alcuni ‘insegnamenti’ che potremo ereditare, in materia di immunizzazione dell’adulto e dell’anziano, dell’esperienza del Covid. Del tema si è parlato nel corso del webinar ‘Strategie di immunizzazione dell’adulto-anziano: cosa possiamo imparare dall’esperienza Covid-19?’, organizzato HappyAgeing-Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo e realizzato con il contributo non condizionante di Gsk, Msd, Pfizer e Seqirus.
Già nello scorso ottobre HappyAgeing aveva presentato un position paper sulle immunizzazioni avanzando precise richieste che oggi, alla luce dell’esperienza degli ultimi mesi, vengono arricchite da un ‘Instant Paper’, una serie di spunti che verrà poi ricompresa in un nuovo e più aggiornato documento, ma che già oggi è stata presentata ai media e alle istituzioni in modo che si possa giocare d’anticipo per arrivare pronti all’autunno e affinché si possa concretamente dare seguito in Italia alla strategia globale dettata dall’Organizzazione mondiale della sanità nell’Agenda di vaccinazione 2030.
La pandemia di Covid-19 per oltre un anno ha cambiato la vita di tutti e in modo particolare delle persone più anziane e dei ‘fragili’. Ha portato al centro di ogni politica e ogni attività di comunicazione la sanità, la scienza, le politiche di contenimento del virus e quindi anche il tema delle vaccinazioni. “Ma ci sono stati altri effetti, meno visibili e meno comunicati – ha detto Michele Conversano, presidente del Comitato scientifico di HappyAgeing – ma altrettanto importanti: per una stagione la circolazione del virus influenzale è stata fortemente contenuta, grazie a una straordinaria adesione alla campagna vaccinale e grazie alle precauzioni adottate da tutta la popolazione, un fatto assolutamente positivo, ma che, per contro, è stato accompagnato da una generale disattenzione verso altre immunizzazioni, come quella per l’herpes zoster, lo pneumococco, il tetano o la pertosse”.
Tutto questo, ha continuato Conversano, “insieme a un clima non ancora positivo verso i vaccini e a una scarsa percezione dei rischi connessi all’infezione, potrebbe essere pagato a caro prezzo nel prossimo futuro, a meno che non si riesca a far tesoro dell’esperienza acquisita e a utilizzarla immediatamente”. Nel corso di questi ultimi mesi, ha precisato Conversano, HappyAgeing attraverso i componenti dell’Alleanza ha osservato quanto avvenuto sul piano dell’organizzazione vaccinale su tutto il territorio e oggi avanza dei suggerimenti estremamente pratici riassunti in 7 richieste nell”Instant Paper’.
“In estrema sintesi, le parole d’ordine sono:
1) chiamata attiva ai vaccini da parte delle Regioni;
2) passare dall’attenzione ai soli over 65 a un concetto più ampio di ‘fragile adulto’, comprendendo coloro che sono affetti da patologie croniche, situazioni di multi-morbilità e vulnerabilità sociale;
3) far tesoro di quanto avvenuto con il Covid e portare stabilmente le vaccinazioni anche fuori dall’ambulatorio laddove sia possibile farlo in sicurezza, anche utilizzando le infrastrutture allestite per la pandemia;
4) prevedere l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari come per altro già fatto da alcune Regioni.
“5) promuovere una maggiore organizzazione nell’approvvigionamento di vaccini, anche anticipando la circolare prevenzione e controllo dell’influenza stagionale da parte del ministero della Salute;
6) organizzare la comunicazione in modo da evitare messaggi contraddittori o di difficile comprensione;
7) utilizzare il sistema di anagrafe vaccinale messo efficacemente in piedi per il Covid anche per tutte le altre vaccinazioni oggi incluse nel Piano nazionale prevenzione vaccinale”.
Su quest’ultimo punto HappyAgeing aveva già in passato fatto presente una grave carenza: fino ad oggi in Italia non siamo in grado di sapere a che livello è la copertura vaccinale degli adulti per lo pneumococco e per lo zoster, e al fine di poter correttamente effettuare questo monitoraggio si suggerisce la creazione di un ‘organo di monitoraggio’ che possa magari anche includere chi rappresenta la popolazione anziana, come le organizzazioni sindacali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil.