(Adnkronos) – Scambiato per un sintomo, il dolore cronico è invece una patologia che colpisce un italiano su cinque. A più di dieci anni dalla legge sul dolore (L.38/2010) che pone il nostro Paese all’avanguardia nel diritto a non soffrire, la maggior parte degli italiani (75%) ignora l’esistenza della norma e delle opportunità di cura disponibili. Gli italiani vorrebbero saperne di più. Il 78%, infatti, si sente poco o nulla informato sull’argomento, come rivela il sondaggio realizzato in queste settimane da Emg Different, i cui dati sono stati al centro del webinar “Dolore cronico. Perché non rassegnarsi”, il digital talk della serie “Scelte di Salute” promosso da Sandoz e trasmesso in diretta streaming sui canali web di Adnkronos.
All’evento sono intervenuti William Raffaeli, medico, esperto in terapia del dolore, già presidente di Federdolore e presidente della Fondazione Isal, Istituto di Formazione e Ricerca in Scienze Algologiche; Nicoletta Orthmann, Coordinatore medico scientifico della Fondazione Onda ed Enrica Tornielli, Pharmaceutical Affairs Head di Sandoz Italia.
L’interesse sull’argomento c’è: l’86% degli intervistati ritiene che sia importante avere il diritto a non soffrire, tanto che, per quasi il 90%, la legge dovrebbe essere conosciuta e promossa come una priorità del governo (32%). Anche sui trattamenti gli italiani sono confusi perché non conoscono l’esistenza di cure adeguate. Solo il 17% andrebbe da uno specialista del dolore, figura centrale per una gestione ottimale della patologia: il 53% si rivolgerebbe al medico di base. In tema di farmaci, dall’indagine emerge che gli antinfiammatori sono considerati i più adatti per un terzo degli intervistati (29%), ma il 39% del campione non saprebbe cosa prendere e solo il 10% assumerebbe medicinali a base di oppioidi.