“Nei primi due mesi e mezzo i 46mila medici di famiglia italiani hanno somministrato circa 10 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale, nonostante una programmazione della campagna antinfluenzale in alcune realtà raffazzonata con dosi che non arrivavano, appuntamenti già fissati per la vaccinazione con gli assistiti poi annullati perché i vaccini non erano disponibili. Abbiamo lavorato tanto anche sul fronte delle altre vaccinazioni dell’adulto e dell’anziano, compresa quella anti-pneumococcica, ma c’è ancora molto da fare sul piano organizzativo. Da questi errori dobbiamo imparare a programmare per tempo tutte le campagne vaccinali con il coinvolgimento degli attori diretti”. Lo ha detto Tommasina Maio segretario nazionale di Fimmg Continuità Assistenziale, durante il del webinar “Covid Next Step: abbiamo il vaccino, ma le altre vaccinazioni?” talk online promosso e organizzato da Fare comunicazione, con il contributo incondizionato di Gsk, sul tema delle vaccinazioni oscurate dalla pandemia. Tra i temi affrontati dal dibattito in modalità virtuale “Le altre vaccinazioni oltre il Covid: il ruolo della Medicina Generale”.
“Con la pandemia – ha ricordato Maio – abbiamo dovuto modificare profondamente tutta la nostra operatività. Partendo dal modello organizzativo agli strumenti utilizzati, dovendo aggiungere al carico assistenziale anche un elemento fondamentale che era quello di offrire delle condizioni di contenimento dell’infezione e di sicurezza nel momento in cui vedevamo i nostri pazienti. Per cui siamo arrivati alle campagne vaccinali già rodati su questi nuovi modelli organizzativi. E prova ne è stata la campagna di vaccinazione antinfluenzale. Abbiamo lavorato molto anche sulle altre vaccinazioni dell’adulto e dell’anziano, compresa quella pneumococcica. Adesso l’assistito ci chiama per assicurarsi che le proprie condizioni fisiche e di salute consentano di ricevere la vaccinazione anti-Covid”. Sul fronte Covid, invece, “sono molto preoccupata – ammette Tommasina Maio -. Se dopo due mesi di campagna vaccinale contro il Covid su una popolazione facilmente raggiungibile e contattabile, ovvero gli operatori sanitari e gli anziani delle Rsa, siamo a poco più di 3 milioni di dosi, qualcosa non va. Io sono stata vaccinata in una struttura ospedaliera, non è difficile rintracciare i medici e gli operatori sanitari. E non mi vengano a dire che mancano i vaccini: un milione di dosi è ancore nei frigoriferi in attesa di essere somministrata”.
Quale impatto ha avuto il Covid sulle vaccinazioni e sul lavoro dei medici di famiglia? “La pandemia Covid-19 ha drammaticamente evidenziato l’importanza della prevenzione delle malattie infettive – ha affermato Alessandro Rossi, medico di medicina generale e responsabile dell’ufficio di presidenza Simg –. È del marzo 2020 l’appello lanciato dall’Oms, ovvero di difendere le attività di vaccinazioni per i danni che potenzialmente su queste attività avrebbe potuto svolgere il virus. Ci siamo sentiti chiamati fortemente in causa e come Simg, abbiamo prodotto un documento che dà indicazioni su come vaccinare l’adulto ai tempi del coronavirus”.
“Eravamo alla immediata vigilia della vaccinazione antinfluenzale – ha proseguito Rossi – sapevamo che sarebbe stata diversa da tutte le altre: dovevamo distanziare le persone, far lavorare in totale sicurezza il personale medico e degli assistiti, dovevamo prenotare le vaccinazioni. In altre parole, eravamo chiamati ad affrontare una vaccinazione complessa, come quella antinfluenzale, in una situazione di vera emergenza. Molti medici hanno lavorato il sabato e la domenica per non sovrapporre la vaccinazione alle attività quotidiana. Lo hanno fatto in luoghi diversi dal proprio ambulatorio. Nonostante le tante difficoltà abbiamo vaccinato 10 milioni di persone per l’influenza, mi chiedo perché non mettere a leva questa potenzialità anche per la vaccinazione anti-Covid? Siamo noi la medicina di prossimità, siamo vicini alle persone. La programmazione delle prossime fasi non c’è”.
Tra le altre iniziative promosse della Simg, Rossi ha ricordato la campagna “Porgi l’altra spalla” con la quale “proponevamo alle persone – ha concluso – che si sottoponevano alla vaccinazione antinfluenzale (soggetti a rischio per condizioni di vita o per età) anche una seconda vaccinazione, fra quelle raccomandate in queste circostanze: antipneumococcica, herpes zoster”.