Gli infermieri incroceranno le braccia lunedì per 24 ore, dalle ore 7 fino alle ore 7 di martedì 3 novembre. “Siamo logorati e stanchi di essere presi in giro, gli infermieri sono pronti a fermarsi per 24 ore. E sono davvero tanti i colleghi che da tutta Italia ci hanno chiamato confermando la loro volontà di aderire. Prevediamo perciò una massiccia partecipazione, ma soprattutto vogliamo lanciare un messaggio al Governo ed alle regioni che, nei fatti, ci stanno ancora una volta voltando le spalle, con accompagnamento di inutili elogi e lodi sdolcinate”. Lo denuncia Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, il sindacato infermieri Italiani. Oggi in Italia “c’è una carenza di infermieri che ad inizio pandemia era di almeno 53mila unità”, rimarca il sindacato.
“Il simbolo della protesta scelto dagli infermieri è un garofano bianco, per ricordare i 44 colleghi che hanno perso la vita, e per sottolineare il rispetto dei principi e dei valori ai quali si ispira la nostra professione. Siamo stati costretti dal silenzio del Governo, ma i cittadini lo sanno, sono dalla nostra parte. Perché da martedì saremo ancora una volta noi e solo noi, a rischio della nostra vita, a tentare di tirarli fuori dalle sabbie mobili in cui tutti siamo finiti”, avverte De Palma che precisa come “quasi tutte le aziende sanitarie hanno pubblicamente informato dei possibili disagi dovuti al rinvio delle prestazioni ordinarie. Purtroppo saranno centinaia di migliaia le prestazioni infermieristiche che verranno meno in Italia”.
“E’ emblematico – prosegue il sindacato – che in un frangente così delicato per la storia della sanità pubblica del nostro Paese, siano gli infermieri, perno indiscutibile di un sistema deficitario che si regge a galla grazie al loro impegno e alla loro dedizione per la strenua difesa della salute della società civile, a decidere volontariamente di non recarsi sul posto di lavoro e di aderire all’azione promossa dal nostro sindacato, con tutte quelle che possono essere le conseguenze del loro gesto, garantendo beninteso, come la legge vuole e come vogliono gli stessi infermieri a beneficio dei cittadini, i servizi minimi”.
“A chi ci chiede di tirarci indietro rispondiamo che se non lo abbiamo fatto è perché troppo importanti sono le istanze in gioco, troppo lunga è l’attesa di una svolta che non è mai arrivata – evidenzia De Palma – Il gioco delle promesse mancate è finito”. Il sindacato rilancia le necessità e le richieste “di un adeguamento di stipendio con la snervante attesa di un aumento in busta paga, la creazione di un alveo contrattuale autonomo che valorizzi economicamente e professionalmente il nostro ruolo e provvedimenti concreti, che ci consentano di svolgere il nostro lavoro in sicurezza, non come accade oggi: sono queste e molte altre le ragioni per le quali abbiamo deciso di fermarci”.
“Insomma, dove sono le nuove assunzioni? Che fine hanno fatto le promesse dei contratti a tempo indeterminato? – chiede il Nursing Up – Gli infermieri, precari con contratti a termine fino a dicembre, e con gli stipendi tra i più bassi d’Europa. Sino ad oggi abbiamo conosciuto solo il dovere, abbiamo lavorato con la cenere in testa durante tutta la pandemia senza nulla chiedere, anche in questa giornata di sciopero continuiamo a lottare contro la morte assumendoci comunque la responsabilità di garantire i servizi minimi alla cittadinanza, e certo non ci arrendiamo”.