(Adnkronos) – Aggredito per aver detto no ad un certificato malattia, l’ennesimo per un cittadino che ne aveva chiesti oltre 30 negli ultimi mesi, e che, al rifiuto del medico, dopo avergli sottratto e spaccato il cellulare, lo ha ferito alla testa minacciandolo di morte. E’ accaduto ieri sera a un dottore di continuità assistenziale del presidio di Melito, distretto 40 Asl Napoli 2 Nord, come denuncia l’associazione campana di tutela dei camici bianchi di medicina generale, ‘Medici senza carriere’, che ricorda come ci siano spesso proprio le richieste di certificati di malattia telematici alla base di episodi di violenza contro i professionisti di guardia medica. La richiesta è, quindi, che si “passi all’autocertificazione per la malattia come nel resto d’Europa. E che presidi di continuità assistenziale siano dotati di personale di sorveglianza”, spiega all’Adnkronos Salute il presidente dall’associazione, Salvatore Caiazza.
Ad essere ferito Antonio Manzo, colpito con un corpo contundente dopo il ripetuto diniego all’ennesima certificazione telematica da parte di un paziente già noto al servizio di guardia medica per le sue reiterate richieste. Soccorso dagli altri pazienti e dai Carabinieri, il medico è stato portato dall’ambulanza, con un taglio alla testa, al Pronto soccorso di Giugliano dove, a sorpresa, ha ritrovato il suo aggressore e la moglie che “si sono fatti refertare poiché, si erano dichiarati ‘aggrediti da un medico di guardia a Melito’!!! Io, intanto, finisco con 10 giorni di prognosi, un iphone da mille euro (a rate) distrutto e tanta amarezza”, scrive Manzo in una mail a ‘Medici senza carriere’.
L’associazione ricorda che non è il primo caso di aggressione avvenuto nel presidi di Melito. “Ignorare un episodio che non ha portato gravi conseguenze, ha l’alta probabilità che il ‘problema’ si ripeta con ripercussioni che possono essere anche tragiche”.
“La Continuità assistenziale – aggiunge il presidente dell’associazione – è il servizio più esposto alle aggressioni e, a parte le tante chiacchiere e passerelle, nulla è stato fatto per mettere in sicurezza i medici che esercitano tale servizio. I certificati telematici di malattia sono spesso l’oggetto di conflitto medico-paziente, anche negli studi di medicina di famiglia, e questo anche per le omissioni o i rifiuti della certificazione da parte dei medici ospedalieri, quando i pazienti si recano in pronto soccorso o vengono dimessi da un reparto. Le istituzioni, tutte, e l’autorità giudiziaria prendano dei provvedimenti immediati. Non possiamo aspettare che un medico muoia per avere giustizia. Ed è assurdo un medico possa rischiare la vita per un certificato di malattia”.