Mascherine in tessuto, l’Oms indaga su materiali e forme 

Mentre l’Italia dibatte sull’estensione dell’obbligo delle mascherine anche all’aperto, l’Organizzazione mondiale della sanità indaga sui diversi materiali di questi dispositivi anti-Covid. L’Oms ha infatti “chiesto che vengano condotte ricerche per consigliare i materiali che possono essere utilizzati per le mascherine in tessuto. E sta fornendo nuovi risultati scientifici che identificano il tipo di tessuto, il numero di strati, il modo in cui sono assemblati, la forma della mascherina e, soprattutto, come queste dovrebbero essere conservate”. Lo fa sapere all’Adnkronos Salute l’ufficio stampa dell’Agenzia.  

“Sebbene ci siano prove limitate per determinare l’effetto” protettivo “delle mascherine non mediche o in tessuto, queste potrebbero essere una misura importante di prevenzione e controllo delle infezioni se utilizzate in combinazione con altre misure di prevenzione” in aree in cui la trasmissione del virus è diffusa, fanno sapere dall’Oms riconoscendo che in molti Paesi è stato raccomandato alle persone di usare le mascherine e che c’è una richiesta di orientamento. L’Oms “valuta costantemente le evidenze più recenti”. Ma da Ginevra si ricorda comunque che “le mascherine fanno parte di un pacchetto completo di misure di prevenzione e controllo delle infezioni”, che prevede “distanziamento fisico e igiene delle mani”.  

Quanto alle mascherine chirurgiche, “dovrebbero avere la priorità gli operatori sanitari e altri gruppi vulnerabili”. Inoltre, ricorda l’Oms, “nelle aree in cui ci sono molte persone infette da Covid-19 nella comunità, c’è una capacità limitata di contenere i focolai e non è possibile rispettare una distanza fisica di almeno 1 metro, i governi dovrebbero incoraggiare il pubblico in generale a indossare una mascherina di tessuto”.  

“Ci sono evidenze limitate, ma nuove, in base alle quali le mascherine in tessuto, se realizzate e indossate correttamente, possono fornire una barriera” contro il virus, un aspetto “importante se qualcuno è infetto e non lo sa”, concludono da Ginevra.