(Adnkronos) – Si alzerà in volo a Roma, con tutta probabilità al Campus Bio-Medico, per il primo test ufficiale il drone salva-vita in grado di far arrivare in tempi rapidi defibrillatori in caso di arresto cardiaco improvviso, ma anche emoderivati, farmaci, kit chirurgici e antidoti in varie situazioni di emergenza. Lo annuncia all’Adnkronos Salute Felice Eugenio Agrò, ordinario di Anestesia e rianimazione dell’università Campus Bio-Medico di Roma, il polo didattico che ha sottoscritto un accordo di partenariato con Sis118, promotore del progetto Seuam (Sanitary Urban Air Mobility).
Il progetto di sperimentazione prevede, appunto, l’invio di droni iperveloci da parte delle centrali operative 118, teleguidati da remoto da operatori specializzati, in situazioni a elevata criticità clinica, come arresto cardiaco, shock emorragico, gravi intossicazioni. “Seuam è un progetto assolutamente innovativo – sottolinea Agrò – Il primo test ufficiale”, previsto a metà maggio, “si svolgerà a Campus Bio-Medico, che è dotato di eliporto h24 e fa parte della rete di emergenza cardiochirurgica regionale. Il drone interverrà in uno scenario di arresto cardiaco improvviso, portando sul posto un defibrillatore salva-vita”.
La salvezza può arrivare dal cielo, e non solo in caso di infarto. Secondo Agrò, “sarebbe un peccato non usare il drone per altre emergenze, oltre a quelle cardiache, una volta operativo. Gli utilizzi e le applicazioni possono essere infatti molteplici: il drone può trasportare, in urgenza/emergenza, campioni di sangue per le prove pre-trasfusionali o unità di emocomponenti, farmaci salvavita e non, set chirurgici”.
L’esperto, che coordina un gruppo sulle possibili applicazioni di questa tecnologia, illustra una serie di esempi pratici. “Se una persona con diabete ha un crisi ipoglicemica e sviene a casa, mettiamo al terzo piano di un palazzo, l’equipe del 118 può chiamare la centrale operativa e il drone, in soli 3 minuti, arriva alla finestra con l’insulina salva-vita, che i soccorritori non avevano con loro. Oppure, se in ospedale arriva un paziente che ha bisogno di un intervento urgente ma gli strumenti chirurgici necessari sono già tutti in uso, dopo aver approntato una sala operatoria di emergenza si può attivare il 118 e chiedere a un altro ospedale il set di ferri chirurgici che manca. Grazie al drone, il kit arriverà nel giro di pochi minuti”.
“E questo può valere in tante altre situazioni di emergenza – spiega Agrò – dai casi di intubazione che necessitano di un videolaringoscopio di cui non tutti dispongono, alla necessità di effettuare biopsie urgenti durante un intervento di asportazione del tumore. Il drone porta i vetrini all’anatomia patologica e a stretto giro arriva il verdetto sulla presenza di metastasi grazie all’analisi del linfonodo ‘sentinella’”.
Una tecnologia rivoluzionaria, ma è anche molto costosa? “I costi del drone e soprattutto della centrale operativa in funzione h24 con operatori specializzati nella guida dei droni, non devono affatto spaventare. Non è solo una questione di costi, quello che conta è il rapporto costo/beneficio, che non deve mai essere trascurato”, risponde Agrò, specificando che “uno studio di Health Technology Assessment (Hta) può dimostrare che il progetto Seuam ha vantaggi non solo di rapidità e velocità di soccorso sul territorio, da un padiglione ad un altro distante centinaia di metri o qualche chilometro o da un ospedale all’altro, come abbiamo visto, ma anche di costo-beneficio. L’utilizzo di questa tecnologia permette un risparmio enorme, ad esempio, evitando la costituzione e manutenzione di frigoemoteca intelligente, i frigo a -80 che hanno un costo elevatissimo, il noleggio o l’acquisto di molti mezzi su ruote, la manutenzione dei mezzi e delle apparecchiature, il numero degli operatori alla guida, ma anche la riduzione del rischio di contagi in epoca Covid e non solo, il miglioramento della prognosi delle vittime di incidenti. Non dimentichiamo mai che stiamo parlando di interventi salva-vita”.
“La nuova tecnologia dei droni intelligenti, come prevede il progetto Seuam – chiosa Agrò – deve essere usata supporto dei processi di diagnosi e cura, per una sanità efficace, efficiente, appropriata, di qualità e soprattutto in sicurezza, nel rispetto dell’articolo 32 della nostra Costituzione, che sancisce la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo”.
“Vi è obbligo di utilizzo della più evoluta e affidabile tecnologia nelle dinamiche operative tempo dipendenti del Sistema 118”, sottolinea Mario Balzanelli, appena rieletto presidente nazionale della Società italiana sistema 118 per il biennio 2022-2024. “Le centrali operative del 118 devono essere connesse con tutti gli scenari critici, con i mezzi di soccorso e con gli equipaggi, e devono poter assicurare in tempo reale percorsi clinici, diagnostici, terapeutici di telemedicina, teleassistenza, telediagnosi e telemonitoraggio”. Il prossimo biennio, dunque, “sarà dedicato alla prima fase del progetto Seuam”.