(Adnkronos) – “Il 118 è in ginocchio, allo stremo. Non c’è più tempo. Il sistema dell’emergenza urgenza territoriale è prioritario nella programmazione sanitaria, che non può non considerarne la centralità e la capacità di rispondere con immediatezza e appropriatezza ai bisogni di salute di 60 milioni di cittadini. E’ necessario potenziarlo e questo deve tradursi in una maggiore capacità di finanziamento: se la coperta è corta, in un sistema finito di risorse, si dovrà sacrificare qualcos’altro, che non può essere per l’ennesiva volta il mondo delle acuzie e l’emergenza territoriale, che in 30 anni non ha ricevuto nulla”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Mario Balzanelli, presidente della Sis 118, che rilancia l’allarme sulle condizioni in cui versa l’emergenza-urgenza territoriale e chiede un intervento urgente al Governo: “Ho avuto un’interlocuzione con il sottosegretario Gemmato e chiederemo a breve un incontro con il ministro della Salute Schillaci”.
“Negli ultimi 30 anni – ricorda Balzanelli – il 118 è stato depotenziato, disarticolato, distrutto. Si sono chiuse immotivatamente centrali operative scambiandole per call center, un assist alle ditte fornitrici di software. E mancano medici e operatori”. La rotta non si è invertita nemmeno con l’emergenza sanitaria.
“In piena pandemia di Covid eravamo gli eroi e gli angeli della strada, le persone cantavano e applaudivano dai balconi quando passavano le ambulanze. Eppure sono state riconosciute indennità premianti e incentivanti solo ai medici e agli infermieri del pronto soccorso, dimenticando il personale medico e infermieristico, autisti e soccorritori del sistema 118 nazionale – rimarca Balzanelli – Le Istituzioni ci chiamino non più la ‘prima linea’ ma la ‘linea zero’, perché zero è la considerazione che hanno di noi e del nostro lavoro. Eppure, quando stanno male non chiamano Babbo Natale o la befana ma il 118: chi accorre a salvare la vita a voi o ai vostri cari siamo noi”, scandisce.
“Gli operatori del 118 hanno profili di rischio altissimo nello svolgimento del loro lavoro, fino a perdere anche la vita. Il loro è un lavoro usurante e deve essere riconosciuto come tale, ma purtroppo ancora non lo è. Il Governo precedente ha previsto incentivi a medici e infermieri del pronto soccorso dimenticando completamente medici, infermieri e anche autisti soccorritori del 118, che compiono un lavoro molto più usurante degli ospedalieri, con qualsiasi condizione meteo e in ambienti ad alto rischio. Sono gli operatori del 118 che si infilano sotto macchine ribaltate, scendono nelle scarpate, si calano coi verricelli dall’elicottero o corrono contro il tempo su strade bagnate, rischiando la vita a ogni curva”, rimarca Balzanelli ricordando il grave incidente che, di recente, è costato la vita all’autista soccorritore alla guida di un’ambulanza schiacciata da un Tir sulla strada tra Ancona e Falconara. “Eventi che non devono più accadere – aggiunge – Il profilo di rischio ambientale e biologico degli operatori 118 deve essere preso in considerazione”. I medici, chiosa Balzanelli, “stanno abbandonando la convenzione perché sottopagata in un contesto di servizio estremamente stressante, usurante e anche pericoloso”.
Per Balzanelli, la misura è colma.”Va sanata questa ‘svista’ colossale della programmazione sanitaria di tutti i governi degli ultimi 30 anni, che a questo sistema non hanno dato alcuna risposta – prosegue – Prova ne è che il sistema di emergenza nazionale è in ginocchio, quello territoriale e quello ospedaliero. Ci si è totalmente dimenticati del lavoro straordinario che, strenuamente, fanno gli operatori del 118 di tutto il Paese, nonostante rappresentino il volto e la sostanza di un sistema sanitario che risponde sempre, con immediatezza e qualità. La risposta a loro, invece, è l’assenza di qualunque documento governativo e di stanziamenti: oltre 30 mld sono stati stanziati per la sanità dagli ultimi 3 Governi e il 118 non è mai stato nemmeno nominato. Un paradosso amarissimo”.
Nel Pnrrr, rileva infine Balzanelli, “si è disegnato un sistema di rinforzo della sanità territoriale che non prende in nessuna considerazione il 118: chiedo al Governo come si può concepire tecnicamente una riforma della medicina del territorio senza pensare alla riforma del sistema di emergenza-urgenza che è territoriale. Il 118 deve essere valorizzato, occorre finanziarlo in modo che sia messo in grado di rispondere con maggiore appropriatezza e velocità a una mole di lavoro che cresce esponenzialmente. Qualsiasi problema in acuto del cittadino, compresi quelli minori, si riversa sul 118, ma non si può utilizzare il 118 per colmare le lacune abissali del sistema ospedaliero, pronto soccorso in primis”.