(Adnkronos) – “La Dengue è una malattia trasmessa da zanzare del genere Aedes, che rappresenta uno dei problemi più importanti a livello mondiale. La situazione in Italia? Nel nostro Paese sicuramente il maggior vettore di Dengue, che è la zanzara Aedes aegypti, non c’è, non è stata mai recentemente dimostrata in riproduzione autoctona. E questa è una buona notizia. Ma sicuramente ci sono altre specie di zanzare Aedes che stanno invadendo l’Italia. E’ il caso ad esempio delle Aedes albopictus”, le zanzare tigre, “che hanno una bassa capacità di trasmettere Dengue ma trasmettono Chikungunya. Quindi è situazione di vigilanza quella che dobbiamo avere”. E’ l’analisi di Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, che ha all’attivo molti studi scientifici in particolare su un’altra specie di zanzara, quella che trasmette la malaria.
L’esperto commenta all’Adnkronos Salute l’allarme lanciato da Singapore, che ha riportato casi più che raddoppiati di Dengue nel 2022 rispetto al 2021, tanto che gli esperti hanno sottolineato come questo sia un brutto segnale per il mondo, e non solo per le zone tradizionalmente più battute dalle zanzare portatrici della ‘febbre spaccaossa’. Nel mirimo anche l’impatto di un fattore come il cambiamento climatico. “L’Italia – evidenzia Crisanti – ha avuto anche recentemente degli episodi di trasmissione di malattie tropicali come Chikungunya, di cui ha registrato diversi casi. Questo è un arbovirus che ha delle caratteristiche simili a Dengue. Il modo di reagire, una volta che eventuali casi vengono identificati e l’origine dovesse essere autoctona, è disinfestare l’area prontamente”.
Dengue non è una patologia totalmente sconosciuta alle nostre latitudini. “Se è vero che in Italia non abbiamo mai avuto episodi di trasmissione endogena di Dengue, va detto che in Europa c’è stata un’importante epidemia negli anni passati a Madeira, in Portogallo, che è durata non poco, ci sono voluti 4-5 anni per uscirne”.
In generale, continua Crisanti, “ci sono centinaia di migliaia di casi di Dengue all’anno nel mondo. Ed è una malattia che ha una discreta mortalità, può anche manifestarsi in una forma molto grave. Singapore di solito ha un numero di casi per anno molto basso. Questa recrudescenza che hanno registrato può essere dovuta anche al fatto che con le restrizioni Covid i programmi di disinfezione magari non sono stati fatti come negli anni precedenti. A Singapore posso assicurare che hanno un’attenzione maniacale per la disinfezione: ogni volta che c’è un caso loro disinfestano a tappeto tutta l’area. Lockdown e restrizioni potrebbero aver in qualche modo influito sul livello di controllo”, ipotizza.
L’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sul rischio di focolai in nuove aree diverse da quelle solite, “non è un allarme lanciato ieri – puntualizza il virologo -. Il problema è che le zanzare Aedes, al contrario delle Anopheles che trasmettono la malaria, sono specie invasive e tra le Aedes c’è anche la Albopictus che è la zanzara tigre e che negli ultimi anni ha colonizzato diversi Stati d’Europa. Fortunatamente quest’ultima non è un buon vettore di Dengue”. Ma altre Aedes potrebbero farsi strada. “Per esempio ci sono casi di identificazione recente di altre specie di zanzare Aedes in Italia, tra cui japonicus e koreicus”, la zanzara giapponese e la coreana. “La capacità vettoriale di queste specie di zanzare ancora non è molto ben nota. Ma sicuramente le zanzare Aedes hanno un potenziale elevatissimo”.
La ricerca cosa può fare? “Sulle Aedes ci sono tecniche innovative di controllo che si basano su incompatibilità genetica o rilascio di zanzare sterili. Potrebbe essere una strategia per il futuro. Sono stati fatti moltissimi progressi per il controllo di queste zanzare con approcci non basati sugli insetticidi”, conclude Crisanti.