(Adnkronos) – Calano in Italia i contagi Covid, con una riduzione degli attuali positivi che oscilla tra il 26 e il 30% mentre il numero dei negativi è pari al 70-74%. E’ quanto emerge da uno studio condotto dalla Rete Artemisia Lab. Dati che – evidenzia la ricerca – sono direttamente proporzionali anche ad una riduzione delle richieste dei test molecolari.
“Si potrebbe quindi pensare – si domandano gli esperti – all’entrata in una nuova fase dell’endemia, magari un’ultima fase prima di categorizzare il Sars CoV-2 come una normale influenza”? Intanto “la curva epidemiologica in Italia sta facendo inversione di marcia, con una maggiore circolazione di Sars CoV-2 tra i giovanissimi 0-20 anni” e “la spiegazione – si legge – potrebbe essere la leggerezza di questi ultimi nel rispettare le classiche norme di distanziamento e di protezione individuale, seguito da un migliore adattamento del virus. Infatti, da uno studio epidemiologico condotto dal nostro reparto di Biologia molecolare – evidenzia Artemisia Lab – è stato dimostrato come il tasso di positività è ‘shiftato’ dai soggetti tra 35-50 anni ai giovanissimi, con una percentuale che sfiora il 43% tra i 3 e i 25 anni, rispetto alla fascia d’eta 25-50 che è circa 30% e over 50 circa il 27%”.
“Bisogna quindi non sottovalutare – rimarcano i ricercatori – che Sars CoV-2 non sceglie di mutare, ma per effetto di probabilità statistica tende ad adattarsi inducendo la formazione di nuovi ceppi mutati anche sotto la pressione dei vaccini attuando meccanismi di escape molecolari. Per questo nei nostri laboratori stiamo avviando degli studi, attingendo dalla mole di articoli esistenti in letteratura scientifica, su come le varianti di Sars-CoV 2 si comportano in linee cellulari umane e soprattutto se queste inducano una maggiore morte cellulare o un aumento di metaboliti tossici attivando dei particolari pathway molecolari”.
“Ovviamente – ammoniscono gli esperti – la popolazione deve avere cautela in previsione di eventuali varianti e in particolar modo della nuova sotto variante BA.2 della Omicron, già sequenziata in campioni di 9 regioni, ma ancora oggetto di studio. Bisognerebbe inoltre tenere in considerazione e studiare – suggeriscono i ricercatori di Artemisia – gli effetti a lungo termine di Sars-CoV- 2 e delle sue varianti valutandone l’impatto sul sociale e come questo possa influire sia a livello psichico, sia a livello fisico, e soprattutto sensibilizzare la popolazione a rivolgersi a strutture che offrono servizi che aiutano i pazienti per la riabilitazione dalla malattia”.