Con una rapida ed efficace partenza della vaccinazione contro Covid-19 l’Italia potrebbe contare 17 mila decessi in meno e beneficiare di un migliore impatto economico. A quantificare il valore della vaccinazione anti Covid-19 è uno studio coordinato da Francesco Saverio Mennini e promosso dal centro di Economic Evaluation and Hta (Eehta) del Ceis, Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata, nel corso del webinar del network PreSa – Prevenzione e Salute.
A livello nazionale si è stimata una perdita di oltre 61 miliardi di euro, per la maggior parte dovuto alla chiusura delle attività produttive (48%) e al ricorso alla cassa integrazione (15%). Il tutto accompagnato da un numero crescente di decessi ed un ricorso alle ospedalizzazioni ed all’utilizzo delle terapie intensive che ha messo in seria difficoltà il nostro sistema di assistenza sanitaria. “Appare evidente, quindi – afferma Mennini – quanto sarà importante organizzare e promuovere una campagna vaccinale che possa, nel più breve tempo possibile, riportare alla normalità la vita del nostro Paese e, soprattutto ridurre il numero di decessi che sta caratterizzando questa ‘sciagura’ epidemica”.
“Abbiamo sviluppato un modello in grado di stimare i potenziali effetti della vaccinazione anti-Covid-19 – riferisce Mennini – in base ai dati ad oggi disponibili nel contesto nazionale. I primi risultati che emergono sono importanti e soprattutto incoraggianti”.
Prevedendo, infatti, una copertura vaccinale pari all’80% della popolazione maggiore di 60 anni, una efficacia dei vaccini pari al 95% e l’inizio delle vaccinazioni il 15 gennaio 2021, il modello prevede una riduzione di 17mila decessi accompagnata da un dimezzamento delle terapie intensive e delle ospedalizzazioni. Il tutto entro i primi 3 trimestri del 2021.
Dunque prima si parte e meglio è, aggiungono gli autori. Il modello ha infatti stimato che un mese di ritardo della campagna vaccinale potrebbe determinare 4000 morti in più fino a novembre 2021.