“Con questo andamento avremo un mese di respiro prima della saturazione dei letti in terapia intensiva”. E’ la fosca previsione di Carlo Palermo, segretario dell’Anaao Assomed, principale sindacato della dirigenza medica, che già qualche settimana fa aveva paventato una mancata tenuta degli ospedali a non oltre 2 mesi, a causa della seconda ondata. “Forse ero stato un po’ ottimista. Ma i conti sono presto fatti: i letti attivati e disponibili in terapia intensiva sono in realtà 6.600, ne mancano 2.400 per arrivare ai 9.000 previsti. Possiamo dire che qualcuno ha dormito dopo la prima ondata”, afferma all’Adnkronos Salute.
E, come al solito, di fronte all’emergenza Covid l’Italia si divide fra ‘primi della classe’ e ‘ritardatari’. “Nei mesi scorsi occorreva prepararsi. E se Veneto, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia si sono adeguati allo standard previsto di 14 letti per 100mila abitanti, ci sono altre Regioni che sono ancora a metà percorso. E’ il caso di Abruzzo, Calabria, Campania”. Covid però “non fa sconti a nessuno, e fa emergere gli effetti di anni di tagli alla sanità, usata come bancomat per ottenere il pareggio di bilancio”, stigmatizza Palermo.
Se i ricoverati in terapia intensiva ieri erano 926, “bisogna pensare che il 60% dei letti normalmente è occupato da altre patologie, pazienti in coma, vittime di incidenti stradali. Dunque, su 6.600, sono 4.000 quelli destinati ai ricoveri ordinari non Covid, e ne resterebbero poco più di 2.000, di cui circa mille già occupati. Ecco perché dico che, di questo passo, la saturazione arriva presto. I casi di oggi infatti causano ricoveri ospedalieri in media dopo una settimana, mentre dopo 10 giorni vediamo quelli in terapia intensiva. Abbiamo un mese di tempo”.