“A Natale, se si mantiene la situazione di stabilità dei casi in un arco di tempo di una settimana circa, la curva della media dei decessi per Coronavirus scenderà sotto i 500 casi al giorno”. E’ la previsione del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). “Ovviamente – spiega Sebastiani all’Adnkronos Salute – ci potranno essere oscillazioni del dato giornaliero, più in alto o più in basso, intorno alla curva. Ciò che è importante, però, è la media settimanale”. Tutto questo, “se la situazione di circolazione del virus resterà ai livelli attuali. La curva della percentuale dei positivi sui casi testati è da metà novembre aveva cominciato a scendere, grazie alle misure di contenimento introdotte. Poi, dai primi giorni di dicembre, è in stasi. Ma se questa curva dovesse impennarsi crescerebbe anche la mortalità dopo un certo tempo. Se infatti cambia la curva di contagio, dopo una decina di giorni cambia quella delle terapie intensive e dei ricoverati. E dopo sette/dieci giorni, anche quella dei decessi. Il picco della curva della mortalità media lo abbiamo raggiunto nella prima settimana di dicembre. Poiché il picco non è pronunciato, il giorno esatto sarà possibile individuarlo quando, tra un paio di settimane, avremo tutti i dati”. La previsione, dunque, “è che la curva scenda, ma se rimaniamo in questo regime. E’ un equilibrio delicato e dipende moltissimo dai nostri comportamenti”.
“Nella prima e nella seconda ondata pandemica, in 60 giorni, si può calcolare con una piccola approssimazione lo stesso numero di decessi. Non abbiamo imparato nulla. Per evitare che si ripeta lo stesso scenario nella eventuale terza ondata bisogna cambiare strategia, anticipando le misure invece di arrivare dopo. Perché prolungare i tempi di intervento cambia anche numericamente l’effetto”.
Nel dettaglio l’esperto spiega all’Adnkronos Salute che “negli ultimi due mesi, sui dati di ieri, abbiamo avuto 29.430 morti. Nella prima ondata, dall’8 marzo al 6 maggio i decessi erano 29.451. Eppure, nell’ultimo periodo abbiamo avuto più informazioni per affrontare il problema. Cambiare strategia è decisivo. Fino ad oggi, infatti, il trend è stato quello di prendere le misure di contenimento all’ultimo minuto, probabilmente anche per ridurre le tensioni sociali. Serve invece anticipare l’edipemia: introdurre le misure prima che diventino necessarie, come ha fatto la Germania. E serve far capire ai cittadini che anticipare ci costa di meno, sia in termini di morti sia in termini economici”.
L’importanza di ‘giocare d’anticipo’ è confermata anche da alcune simulazioni realizzate da Sebastiani, “secondo i miei calcoli ritardare di due settimane il lockdown può portare a un raddoppio dei contagiati e dei morti”, conclude il matematico.