Mentre ancora si attende il via libera al primo vaccino anti-Covid in Europa e l’Italia punta a un V-Day unico in tutto il Vecchio Continente, ci si interroga su quanto tempo ci vorrà per arrivare all’immunità di gregge, e dunque per lasciarci la pandemia alle spalle. “E’ impossibile dirlo con precisione, ma occorreranno molti mesi. Come stima”, se tutto procede nei tempi e le persone aderiranno alla campagna vaccinale, “possiamo pensare che questo accadrà per fine anno prossimo”, spiega all’Adnkronos Salute Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma.
“Concordo con Walter Ricciardi, occorreranno mesi prima di raggiungere l’immunità di gregge. Penso che ci arriveremo per il prossimo Natale”, spiega quindi all’Adnkronos Salute è il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco. “Occorrerà pazienza e attenzione, anche se il vaccino si avvicina. Dobbiamo essere consapevoli che abbiamo di fronte ancora molti mesi prima di raggiungere l’immunità di gregge”, aggiunge il virologo. E a quanti si chiedono perché non vaccinare prima i giovanissimi, che hanno molti contatti sociali e una volta immunizzati potrebbero fornire una sorta di protezione indiretta agli anziani, Pregliasco spiega: “Non abbiamo certezza che la vaccinazione sia sterilizzante e protegga dall’infezione con Sars-Cov-2”, oltre a proteggere dalla malattia di Covid-19. “Meglio iniziare dai fragili e dagli operatori sanitari, soggetti in prima linea”.
“L’immunità di gregge è un concetto che ha una solida base scientifica e fondamentalmente vuol dire avere un numero di persone immuni ad un’infezione sufficienti da garantire che una persona infetta non riesca a contagiarne altre. Dall’R0, ovvero dalla capacità del virus di diffondersi, dipende quante persone dovremmo vaccinare per avere l’immunità di gruppo. Nel caso del nuovo coronavirus si calcola come indice di sicurezza il 70% della popolazione. In Italia significa circa 40 milioni di persone”, spiega poi all’Adnkronos Salute Giovanni Maga, direttore del laboratorio di virologia molecolare presso l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia.
“E’ chiaro che per arrivare a questi numeri bisogna soddisfare tre condizioni. Innanzitutto, acquisire un numero sufficiente di dosi: il piano vaccino anti-Covid ha identificato i fornitori, il numero di dosi previste. Se manterremo quel ritmo avremo abbastanza vaccini per tutti. Poi, somministrazione efficace, con le persone che accettano di vaccinarsi e che vengano vaccinate in tempi veloci, e infine riuscire a raggiungere tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2022 la quota del 70%. Ci vuole tempo. E’ impensabile – sottolinea – riuscire ad arrivare a questi numeri prima della fine del prossimo anno”. Mano a mano che “vaccineremo la popolazione l’impatto del virus si ridurrà, ma dovremo continuare ad avere molte attenzioni. Non è escluso nemmeno che saranno necessarie nuove restrizioni. La mascherina ci accompagnerà a lungo. Se teniamo duro per tutta la primavera e vacciniamo come da programma, probabilmente dopo l’estate affronteremo una stagione autunno inverno più leggera”.