Durante crisi Covid-19 “le regioni hanno dimostrato la loro fragilità nella governance sia della crisi pandemica che in quella dei vaccini, e a causa di questo divario di gestione, la stragrande maggioranza delle regioni non ha attuato le norme sull’obbligo formativo dei medici, esponendoli a richieste di risarcimento del danno. La formazione dei medici è essenziale per garantire ai cittadini cure e assistenza adeguate. Tuttavia, le Regioni continuano a ‘ostacolare’ la completa attuazione della Legge 24/2017, che incentiva i camici bianchi ad aggiornarsi”. A denunciarlo è l’associazione ‘Consumerismo No profit’, preoccupata che una scarsa formazione degli operatori sanitari possa influire negativamente sulla qualità delle cure dei cittadini.
Una preoccupazione che si acuisce “specialmente ora, in piena pandemia e con la campagna vaccinale in corso – si legge in una nota – visto che l’aggiornamento professionale è l’unico modo per garantire ai pazienti trattamenti e assistenza adeguati e al passo con le nuove conoscenze circa il virus Sars-Cov-2 e l’infezione Covid-19”.
La Legge Gelli, che regola la responsabilità professionale – ricorda la nota – è stata approvata dopo anni di attese, dibattiti e polemiche. Il pomo della discordia è l’articolo 8 comma 3 che prevede che in caso di sinistro l’assicurazione, pur coprendo il paziente danneggiato, può rivalersi sul medico (o sulla struttura) se questo non risulta in regola almeno con il 70% della formazione continua. La legge consente ai medici che abbiano assolto il proprio obbligo formativo di beneficiare di una sostanziale riduzione della polizza bonus malus. Si tratta di un provvedimento fortemente voluto dai tre ministeri competenti (ministero della Salute, ministero dello Sviluppo Economico e ministero per gli Affari Regionali) e ben voluto addirittura dalle corporazioni dei medici. Tuttavia, la riforma si è arenata alla Conferenza Stato-Regioni.
“Le regioni stanno già facendo una brutta figura con la differente gestione della pandemia prima e della vaccinazione dopo – sostiene Luigi Gabriele presidente di Consumerismo – adesso non espongano il personale medico sanitario ai rischi di denunce e risarcimenti. Un rischio che evidentemente vale più della salute dei cittadini e del loro diritto di sapere se il professionista a cui si affidano è aggiornato o meno”.
Per questo Consumerismo invita le Regioni a fare presto per garantire la piena attuazione della norma, a maggior ragione considerato l’attuale periodo di pandemia, in cui è fondamentale fornire ai pazienti le cure più sicure e aggiornate. Sarebbe anche il caso – conclude l’associazione – pubblicare l’elenco di coloro che sono regolarmente in regola con la formazione professionale, anche per dare la possibilità agli utenti di scegliere prima di sottoporsi a cure ed affidare la loro vita a chicchessia”.