(Adnkronos) – Circa 70mila infermieri: a tanto ammonta l’attuale fabbisogno di queste figure professionali in Italia, sottolinea Consulcesi. “E’ una lacuna importante, destinata ad aumentare nei prossimi anni”, commenta il presidente Massimo Tortorella, convinto che ci sia “solo un modo per risolvere il problema alla radice ed è quello di aumentare i laureati e quindi di allargare le maglie strette del numero chiuso” nelle Facoltà universitarie.
“Mentre infatti sono stati aumentati significativamente i posti per l’accesso ad alcune professioni sanitarie, ad esempio con l’aggiunta di nuove borse per entrare nelle Scuole di specializzazione – osserva Consulcesi in una nota – per gli infermieri”, di cui si celebra domani la Giornata internazionale, “si è fatto poco o nulla. Nel 2021 sono stati previsti 1.173 posti in più rispetto al 2020: molto pochi rispetto all’attuale fabbisogno. Nel frattempo, i 460mila infermieri che oggi lavorano nelle strutture italiane devono fare i conti con turni di lavoro massacranti, a fronte di una retribuzione molto bassa e a pochissime prospettive di carriera. Non stupisce che in 10-15 anni la bellezza di 20mila infermieri italiani hanno deciso di fuggire all’estero”.
“La Giornata internazionale dedicata agli infermieri – evidenzia dunque Tortorella – può essere l’occasione non solo di celebrare l’encomiabile lavoro di questi ‘angeli custodi’, ma anche di rendere più attraente una professione oggi troppo bistrattata”.
Allargare le maglie del numero chiuso per Consulcesi “è fondamentale, ma questo da solo non basta”. Perché “per ridare dignità alla professione dell’infermiere – aggiunge Tortorella – serve un adeguato riconoscimento economico e la possibilità per il professionista di migliorarsi, allargando e affinando le proprie competenze”.
Non a caso Consulcesi, provider di servizi di consulenza e assistenza legale per i professionisti della salute e leader italiano nella fornitura di corsi accreditati Ecm dedicati all’aggiornamento su specifiche tematiche – prosegue la nota – offre proprio agli infermieri “un ampio ventaglio di possibilità formative, non mancando di affrontare con questi questioni complesse come la responsabilità professionale durante la gestione dell’urgenza-emergenza, o nella somministrazione dei farmaci”.
“La prospettiva di una carriera può essere una vera e propria calamita per i giovani che vogliono avvicinarsi alla professione infermieristica – conclude Tortorella – E’ questo quello di cui abbiamo bisogno, affinché l’attuale lacuna di professionisti non si trasformi in una vera e propria voragine nei prossimi 5-10 anni”.