Aveva una stellina di metallo del diametro di 1 centimetro e mezzo, ferma nella trachea e inalata da più di 24 ore, un bambino di 8 anni che rischiava per questo di soffocare e che è stato salvato grazie a un intervento d’urgenza all’ospedale Niguarda di Milano, dove era stato inviato nella notte con un trasporto d’urgenza da un altro ospedale milanese.
“Abbiamo deciso di intervenire nell’immediato. Il piccolo infatti era gravemente asfittico nonostante la stellina fosse stata inalata da tempo, da circa un giorno – spiega Massimo Torre, direttore della Chirurgia toracica – Non si poteva aspettare oltre, alle 2 della notte la sala operatoria e l’équipe erano pronti per la procedura di rimozione”.
L’intervento – spiegano dal Niguarda – è stato eseguito attraverso un broncoscopio introdotto dalle vie aeree, del diametro di 6 millimetri. “Attraverso questo strumento si inserisce una particolare pinza miniaturizzata con cui si va ad estrarre l’oggetto inalato”, spiega Serena Conforti, responsabile della Chirurgia endoscopica del torace.
“Si tratta di un’operazione molto delicata che richiede un alto grado di specializzazione per evitare danni alle strutture. In questi casi il corpo era posizionato nella parte alta della trachea appena sotto le corde vocali. Per i bambini più piccoli invece si utilizzano broncoscopi con un diametro di 3-4 mm, cannule dello spessore di una penna con spazi di manovra ancora più limitati, e nei casi più difficili i tempi di intervento possono allungarsi arrivando a superare anche le 3 ore”.
La chirurga riferisce inoltre che “le più insidiose da togliere sono le noccioline: spesso si frammentano e sono difficili da agganciare, a volte abbiamo bisogno di sagomarle con un laser endoscopico miniaturizzato per creare un appiglio per l’estrazione”.
In un anno a Niguarda si presentano circa 15 casi pediatrici di inalazione di corpi estranei, con un’età media sotto i 3 anni. Il corpo estraneo inalato può avere un’origine biologica o meccanica e l’inventario estratto dagli specialisti milanesi spazia da semi, chicchi e noccioline a spille, viti e parti di giocattoli.
Cruciale in questi casi l’importanza della multidisciplinarità delle équipe: “E’ importante che questo tipo di interventi vengano condotti in centri che possano fornire un ventaglio di soluzioni completo”, sottolinea Torre. “Si predilige infatti l’estrazione attraverso la broncoscopia, ma bisogna essere pronti in corso d’opera a intervenire con la chirurgia open nel caso la prima soluzione non fosse sufficiente. Ed è importante – avverte il direttore della Chirurgia toracica – che il passaggio al piano B avvenga in tempi ristrettissimi. Allo stesso modo è importante essere supportati da rianimatori esperti sia durante l’intervento sia nel post operatorio se richiesto”.