Un incidente di moto lo mette in doppio pericolo di vita ma viene salvato al Policlinico di Milano con una procedura che ‘fa scuola’. Gli specialisti della struttura milanese hanno appena pubblicato la loro esperienza sulla rivista Annals of Vascular Surgery, riportando un caso unico al mondo che ha messo in evidenza l’importanza del lavoro di squadra nel trovare una soluzione che sembrava estremamente difficile. Il paziente, di circa trent’anni, già dimesso, oggi sta seguendo la riabilitazione ed è tornato ad una vita praticamente normale.
Tutto è cominciato un anno e mezzo fa, quando il giovane, dopo l’incidente, è stato portato al pronto soccorso del Policlinico di Milano. Le sue condizioni erano molto gravi: i traumi al torace, e in particolare all’aorta, mettevano la sua vita in pericolo immediato. Ma c’erano altre complicazioni: gravi contusioni al fegato e continue emorragie addominali, oltre che lesioni agli arti inferiori. Nonostante gli esperti della Chirurgia vascolare avessero riparato l’aorta il quadro emodinamico (ovvero, semplificando, il comportamento del sangue in movimento nei vasi sanguigni) risultava altamente instabile. In breve tempo il fegato risultava praticamente distrutto, ed era urgente un trapianto. Operazione davvero complicata, visto che deve essere effettuata in un paziente così delicato e complesso.
“In quei giorni – ricorda Maurizio Domanin, chirurgo vascolare del Policlinico di Milano che ha eseguito l’intervento all’aorta e primo autore della pubblicazione scientifica – lo sforzo combinato del pronto soccorso e Medicina d’urgenza, della Chirurgia vascolare, della Chirurgia d’Urgenza, della Chirurgia Generale e Trapianti di fegato e dell’Anestesia e Terapia intensiva Adulti ha consentito di inquadrare il paziente in modo completo e di ‘creare da zero’ il modo con cui sarebbe stato necessario procedere. Questo ci ha permesso di riparare in emergenza prima la lesione aortica e, successivamente, di procedere al trapianto di fegato, salvando così la vita del paziente”
Si tratta, ha aggiunto Maurizio Domanin, “di un caso straordinario ed unico al mondo, che ha sottolineato il ruolo chiave della collaborazione tra i diversi specialisti e la necessità di disporre delle più alte competenze per essere in grado di raggiungere un risultato del genere, davvero raro in casi così gravi”.
Il paziente, dopo una degenza di quasi sei mesi è stato dimesso dall’ospedale per essere indirizzato a un centro di riabilitazione. Oggi, a 16 mesi dal suo incidente, “è in condizioni davvero ottime – concludono gli specialisti del Policlinico – è tornato a camminare normalmente e non ha avuto alcun problema di rigetto con il trapianto. Nonostante il doppio pericolo di vita, è tornato ad una vita il più possibile normale”.