Polmoni umani danneggiati e inadatti al trapianto d’organo potrebbero essere ricondizionati e ingegnerizzati attraverso il collegamento alla circolazione sanguigna di un maiale. E’ quanto emerge da uno studio su 5 polmoni pubblicato su ‘Nature Medicine’ dal team di Matthew Bacchetta, della Vanderbilt University di Nashville.
Le attuali strategie per aumentare la disponibilità di polmoni da trapiantare includono l’uso della perfusione polmonare ex vivo, una tecnica che pompa continuamente ossigeno e sostanze nutritive per supportare la funzione di questi organi al di fuori del corpo prima del trapianto, ma non è chiaro quanto ciò possa rigenerare i polmoni danneggiati. In un precedente lavoro, i ricercatori Usa hanno scoperto che i polmoni di maiale danneggiati potevano essere ricondizionati se collegati al sistema circolatorio di un altro suino. In questo lavoro, gli stessi studiosi hanno indagato sull’efficacia di questo approccio per ricondizionare i polmoni umani.
Gli autori hanno collegato cinque polmoni umani danneggiati, già rifiutati per il trapianto, al sistema circolatorio di un maiale. I suini sono stati trattati con farmaci immunosoppressori per prevenire il rigetto dei polmoni. Dopo 24 ore di connessione, l’istologia e la funzione dei polmoni umani danneggiati erano migliorate. I ricercatori suggeriscono dunque che gli organi ‘bocciati’ in un primo momento, e che non possono essere recuperati grazie a strategie standard, potrebbero essere ricondizionati grazie a questo approccio.
Saranno necessari ulteriori studi per valutare il potenziale clinico di questa nuova strategia, concludono i ricercatori, anche perché occorre escludere il rischio di cellule di suino residue e altri fattori che potrebbero causare risposte immunitarie o danni in chi riceve il trapianto.