“Quercetina, ma anche esperidina, eugenolo e butirrati: sono solo alcune delle molecole bioattive che sfruttano un meccanismo d’azione identificato grazie al nostro studio per contrastare il coronavirus Sars-Cov-2”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Laura Teodori del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia Enea, primo autore di uno studio realizzato in collaborazione con le Università di Urbino e Singapore, che ha permesso di individuare in alcuni farmaci già in uso nella pratica clinica proprietà che contrastano i meccanismi cellulari e molecolari dell’infezione da virus Sars-CoV-2 e la progressione di Covid-19.
“La nostra ricerca è stata realizzata grazie ai Big Data, ovvero a una serie di piattaforme che raccolgono una grande mole di informazioni”, precisa Teodori. Il lavoro è stato pubblicata sulla piattaforma ‘Research Square’ e a breve apparirà anche sulla rivista internazionale peer-reviewed ‘Frontiers in Pharmacology’. “Abbiamo indagato sul meccanismo molecolare usato dal virus per entrare nelle cellule, in particolare sulla via metabolica. Così abbiamo identificato la proteina Hdac (istone deacetilasi), una tra le più importanti molecole che regola l’espressione dei nostri geni, come utile bersaglio terapeutico per contrastare il virus. I risultati, validati dal confronto con i dati clinici di uno studio cinese su 1096 pazienti di Covid-19, aprono la strada a nuovi studi nel settore del drugrepurposing e drug-discovery”, aggiunge Teodori.
“Successivamente anche altri gruppi di ricerca hanno evidenziato l’Hdac come utile bersaglio per contrastare il virus Sars-CoV-2. Si tratta di un risultato di notevole impatto clinico, in quanto esiste già un discreto numero di farmaci e anche composti bioattivi di origine naturale come la quercitina, un flavonoide presente in alcuni alimenti, con comprovata attività Hdac inibitrice, attualmente utilizzati per altre patologie che potrebbero essere reclutati per contrastare la malattia Covid-19. Fra questi appunto i butirrati, sostanze che derivano dalla fermentazione nell’intestino delle fibre alimentari. L’acido butirrico è già studiato per contrastare le malattie degenerative”.
Ma anche “l’esperidina, presente nella parte bianca degli agrumi, o l’eugenolo presente nei chiodi di garofano. Le ricerche sulle potenzialità di queste sostanze – assicura Teodori – vanno avanti in tutto il mondo. Ma voglio sottolineare l’importanza di non assumerle sotto forma di integratori alimentari: gli integratori infatti non vanno mai presi senza una indicazione del medico. Piuttosto, si può prediligere un’alimentazione a base di cibi naturalmente ricchi di questi principi attivi, che può essere utile all’organismo”.