(Adnkronos) – Possibile svolta nella lotta alle varianti del coronavirus di Covid-19, grazie a una collaborazione internazionale che vede protagonista anche l’Italia con le università di Brescia e di Roma Tor Vergata. Il team di ricerca ha messo a punto anticorpi monoclonali anti Sars-CoV-2 ‘multivalenti’, ingegnerizzati in modo da potenziarne le capacità neutralizzanti e da essere efficaci contro diversi mutanti del virus. Con a questo approccio, invece di un cocktail anticorpale è possibile utilizzare un solo monoclonale ‘jolly’, a concentrazioni molto basse, che si lega alla proteina Spike con una potenza “almeno 100 volte superiore a quella degli altri anticorpi disponibili”, assicurano gli scienziati, neutralizzando appunto “un’ampia gamma di varianti del virus”.
Lo studio, sostenuto da finanziamenti di Fondazione Roma e del ministero dell’Università e Ricerca, è pubblicato su ‘Cell Reports’ e vede al fianco di università di Roma Tor Vergata (Giuseppe Novelli) e università di Brescia (Arnaldo Caruso, Francesca Caccuri) anche istituzioni Usa (università di Washington) e canadesi (università di Toronto). La tecnologia utilizzata – spiegano da Tor Vergata e UniBs – ha consentito di sviluppare “una piattaforma robusta e modulare per la produzione rapida di anticorpi monoclonali di nuova generazione che superano di gran lunga gli anticorpi tradizionali bivalenti”, e risultano quindi “utilizzabili per altre applicazioni farmacologiche preventive. La possibilità di ottenere con grande rapidità anticorpi a elevato potere neutralizzante può costituire”, secondo gli autori, “una nuova arma per contrastare virus che cambiano rapidamente, come Sars-CoV-2”.
La convinzione degli scienziati è che “l’infusione passiva di questi anticorpi monoclonali come pre-esposizione o profilassi post-esposizione” possa offrire “una protezione immediata dalle infezioni che potrebbero durare settimane o mesi”.
“La progettazione, lo sviluppo e la produzione di anticorpi monoclonali di nuova generazione è urgente per disporre di terapie mirate e immediate – afferma Novelli – Gli anticorpi monoclonali potrebbero limitare la progressione della malattia durante l’infezione precoce, soprattutto per l’emergere di nuovi varianti che sfuggono ai vaccini”.
“Dobbiamo pensare a lungo termine – ammonisce Caruso – L’emergenza di nuove varianti capaci di evadere l’immunità acquisita naturalmente o a seguito di vaccinazione, rende necessario lo sviluppo sempre più rapido di monoclonali neutralizzanti. La pronta disponibilità di questi anticorpi in grado di contrastare tali nuove varianti permetterà non solo di potenziare una eventuale terapia con farmaci antivirali specifici, rendendo il decorso della malattia più lieve e di breve durata, ma anche di proteggere per lungo tempo e in maniera efficace tutti quei pazienti immunocompromessi o fragili che non rispondono alla vaccinazione”.