(Adnkronos) – La medicina generale ligure sperimenta un nuovo modello organizzativo che può portare a ulteriori sviluppi della medicina di iniziativa. Presentata all’Ordine dei medici di Genova, l’iniziativa ha infatti coinvolto tre Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) dell’Asl3, cui hanno aderito 49 medici di medicina generale e 3220 pazienti diabetici, di età compresa tra i 40 e i 65 anni, ai quali è stata proposta la vaccinazione anti herpes zoster.
Dopo 5 mesi di sperimentazione, i risultati preliminari sono stati incoraggianti: al 4 ottobre erano state somministrate 1.026 prime dosi, pari al 32% dei contattati, 533 seconde dosi e 493 programmate entro il 15 dicembre. Numeri che incidono positivamente sulla medicina di prevenzione vaccinale nell’età adulta.
Il progetto, che è partito su base volontaristica e ha usufruito del contributo non condizionante di Medicoop Liguria e di GlaxoSmithKline, ha beneficiato dell’introduzione in regione da fine 2021 del nuovo vaccino anti herpes zoster, che dà risultati molto soddisfacenti per diverse fasce di età anche in presenza di comorbilità. Il paziente diabetico è stato quindi scelto perché “è un target che necessita di essere tutelato dal Fuoco di Sant’Antonio, che può comportare nevralgia posterpetica” ha sottolineato Anna Opisso, dirigente medico dell’unità operativa di Igiene e sanità pubblica N.O. Strategie vaccinali durante la realizzazione del progetto.
“La popolazione adulta considera ancora che la cultura della prevenzione vaccinale riguardi solo i primi anni di vita. Il Covid ha cambiato un po’ la percezione, ma ha pure accentrato l’attenzione e le persone tendono a non aderire alla chiamata attiva da parte dei servizi di Igiene pubblica. Invece, i medici di medicina generale conoscono bene i loro pazienti, hanno un rapporto di dialogo e fiducia, quindi sono gli attori privilegiati per un progetto di questo tipo”, ha evidenziato Opisso.
L’anagrafica vaccinale è stato uno degli istrumenti fondamentali non solo per raggiungere il paziente, ma anche per rendicontare la filiera sul piano della sicurezza e della spesa.
“L’Asl 3 prima del progetto aveva già attivato l’offerta attiva ai sessantacinquenni – ha sottolineato Giuseppe Stellini, internista, medico di famiglia a Genova Asl3 e membro del board scientifico che ha realizzato la sperimentazione -. Vediamo però che l’adesione non è alta, l’invio di una lettera non è sufficiente, quindi è stato molto utile sperimentare una modalità differente, sviluppata a livello di Aft, aggregazioni territoriali composte da una ventina di medici. Chiave del successo è stata l’organizzazione, grazie a Medicoop che ha curato gli aspetti burocratici e affiancato al medico l’infermiere vaccinatore. La presenza di una segreteria dedicata e di personale per la vaccinazione sono punti fondamentali per ottenere risultati significativi”.
La selezione del target stata curata dal centro servizi di Medicoop, mentre il medico di famiglia ha informato e promosso la vaccinazione tra i propri pazienti diabetici. La somministrazione si è svolta in otto poli vaccinali. “Non è stato semplice coinvolgere i medici, perché non credevano che si potesse costruire un sistema così coordinato e senza ingerenze sul lavoro dell’ambulatorio – ha affermato Pier Claudio Brasesco, medico di medicina generale all’Asl3 di Genova e presidente di Medicoop Liguria -. In realtà poi il metodo ha funzionato. Ora vorremmo che si potesse ragionare a tutto campo e in modo progressivo, a livello di Regione e di Asl, in chiave di medicina d’iniziativa”.
Accoglienza positiva è giunta anche da Michele Orlando, direttore sanitario dell’Azienda ligure sanitaria della Regione Liguria Alisa, che ha sottolineato la centralità dei medici di medicina generale nel sistema territoriale, pur invocando che questo modello organizzativo si possa estendere in area metropolitana, dove c’è maggiore difficoltà di integrare tra loro gli ospedali e questi al territorio.
Anche l’Ordine dei medici ligure, nelle parole del presidente Alessandro Bonsignore, ha apprezzato il progetto, sottolineando il ruolo di facilitatore del dialogo tra le istituzioni “L’impegno è di creare modelli più sostenibili per il futuro – ha aggiunto Bonsignore -. Viviamo una fase di cambiamento del sistema sanitario e le decisioni di questi mesi si cristallizzeranno nei prossimi anni. Credo che la prevenzione sia il giusto investimento anche per l’interlocutore politico, specie per le ripercussioni positive in termini di risparmio e in questa fase di post pandemia”.
“La medicina di iniziativa è nel cuore del Pnrr e la prevenzione è una chiave fondamentale – ha quindi affermato Lorenzo Sampietro, direttore sociosanitario dell’Asl 3 di Genova -. La crisi del sistema sanitario, dall’ospedale al pronto soccorso, è dovuta anche al fatto che attendiamo si manifesti la fase di acuzie delle malattie. Questo progetto si allinea al concetto di Cronic care model: sono vent’anni che se ne parla e ora la questione dei costi-benefici è sempre più stringente, per dare un futuro al sistema sanitario nazionale”.