(Adnkronos) – “Il 15-20% degli italiani ha disturbi foniatrici che vanno dalla difficoltà a sviluppare e strutturare il linguaggio ai problemi di deglutizione. Una grossa fetta di popolazione che deve essere valutata dal medico foniatra e poi riabilitata dal tecnico preposto, il logopedista. Sono pazienti di ogni età, dai 3 ai 90 anni, anzi finché non avviene il decesso. Fondamentale la diagnosi precoce. In particolare, con i bambini affetti da disturbi specifici del linguaggio è necessario intervenire il prima possibile: già a 2-3 anni di età potrebbe essere troppo tardi”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Luigi Maiolino, presidente della Società italiana di foniatria e logopedia (Sifel) e professore ordinario di Audiologia al Policlinico di Catania, a margine del 108° Congresso nazionale della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale in corso a Roma fino a sabato 28 maggio.
“Dai lavori del congresso – evidenzia – sono emerse tante novità nel campo della foniatria che, ricordo, è una disciplina che si occupa, oltre che di tutte le patologie della voce, anche di deglutologia. Molte infatti sono le problematiche legate alla deglutizione, in particolare per l’anziano. Quindi trattiamo il bambino che non ha appreso e strutturato per patologie varie il linguaggio e l’adulto con patologie neurologiche che comportano disturbi della fonazione e della deglutizione. Stiamo parlando di soggetti afasici (persone che non riescono a ricordare il nome di persone e oggetti) e disartici (coloro che non riescono ad articolare fluentemente una frase di senso compiuto). Compito della foniatria è occuparsi di una grossa fetta di patologie di cui oggi si parla sempre di più, ovvero i disturbi specifici dell’apprendimento, tra cui dislessia e disgrafia, fino a poco tempo fa sottovalutate”.
In campo diagnostico, il congresso è stato anche l’occasione “per confrontarci sulle importanti novità raggiunte per quanto riguarda le problematiche legate ai disturbi della deglutizione per l’anziano – rimarca Maiolino – Grazie alla tecnologia che ci supporta tantissimo, riusciamo infatti ad evidenziare con apparecchi tridimensionali il percorso che fa il cibo dalla bocca fino allo stomaco attraverso l’esofago. Questo ci permette di localizzare la sede della stenosi, ovvero della lesione in cui si sviluppa il disturbo della deglutizione. Con mezzi diagnostici moderni ed efficaci, abbiamo una maggiore possibilità di arrivare ad una corretta e migliore terapia riabilitativa”.