(Adnkronos) – “Qualora non venisse arrestato il crollo delle nascite, l’Italia conterà nel 2050 cinque milioni di abitanti in meno, di cui 2 milioni sono giovani, rispetto agli attuali 59 milioni scarsi. Non solo perderemo 2 milioni di giovani ma tra meno di 30 anni avremo un’Italia in cui la componente anziana sarà cresciuta ulteriormente. Le persone con almeno 90 anni saranno 1.700.000, il doppio degli attuali 800mila. Non solo, i 20mila ultracentenari che ci sono oggi saranno 80mila”. Così all’Adnkronos Giancarlo Blangiardo, Presidente dell’Istat, a margine degli Stati Generali della Natalità in corso all’Auditorium Conciliazione di Roma, giunti alla seconda edizione.  

“È chiaro che sarà un Paese dal punto di vista della struttura molto più appesantito – aggiunge Blangiardo – e probabilmente con maggiore difficoltà nel poter far fronte a quelli che sono i problemi di equilibrio che derivano dall’avere una popolazione appunto equilibrata rispetto alle diverse stagioni della vita”.  

Durante il suo intervento nella prima giornata degli Stati Generali della Natalità, il presidente dell’Istat aveva lanciato l’allarme: “Qualora non venisse arrestato il crollo demografico l’Italia conterà nel 2050 54 milioni di abitanti, 5 in meno rispetto ad oggi. Sulla popolazione totale – avverte – solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, con un 52% di persone tra i 20-66 anni che dovrebbero provvedere sia alla cura e alla formazione delle persone sotto i venti anni (16%), sia alla produzione di adeguate risorse per il mantenimento e l’assistenza ai pensionati (32%). In questo quadro le nascite annue potrebbero scendere nel 2050 a 298 mila unità, numeri molto lontani dalle auspicate 500 mila nascite annue considerate necessarie per il raggiungimento del corretto equilibrio demografico”.