(Adnkronos) – Allarme infanzia bruciata. In Italia il 9% dei circa 9 milioni di minori subisce maltrattamenti: per l’85% sono abusi psicologici, per il 10% fisici e per il 3% sessuali. Dati preoccupanti che si sono ulteriormente aggravati dopo l’inizio della pandemia, evidenziano gli esperti riuniti dal Think Tank ‘On Radar’ della Fondazione internazionale Menarini per contrastare gli abusi sui minori mettendo insieme le competenze di medici, psicologi, pedagogisti, educatori, forze dell’ordine, magistrati e altre figure a contatto con gli adolescenti, con un focus su isolamento sociale, abusi fisici e psicologici, periferia e povertà e violenza digitale.
Da questa coalizione di 28 esperti sono già arrivate le prime proposte concrete, a supporto della famiglia e della scuola, per prevenire e intercettare precocemente ogni forma di disagio. Tra queste, la creazione di un Osservatorio permanente nelle Procure sugli abusi, con incontri periodici di aggiornamento, e la promozione di un network tra Procure e operatori del settore, ma anche corsi per bimbi e genitori. Alle neomamme, per esempio, si potrebbe fare/andrebbe fatta formazione sul rischio della divulgazione di foto dei propri bambini sui social media, spesso oggetto in seguito di fenomeni di pedopornografia.
Un ruolo chiave ce l’hanno i pediatri, da coinvolgere per introdurre potenziali indicatori di disagio nella redazione del bilancio di salute. “Il fenomeno è aumentato in modo esponenziale durante la pandemia e il lockdown – sottolinea Pietro Ferrara, referente nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) per abusi e maltrattamenti e professore di Pediatria all’Università Campus Bio-Medico di Roma – oggi ci sono tante nuove forme di abuso prima non considerate. Per cogliere precocemente i segnali di un trauma abbiamo già avviato un progetto di formazione, il primo del genere in Italia, in una decina di scuole di specializzazione su tutto il territorio nazionale. Gli incontri fatti finora hanno riscosso grande interesse da parte degli specializzandi”.
Si pensa anche a corsi di formazione per i genitori e gli stessi minori. “L’età in cui si comincia a navigare su Internet si è ridotta sempre di più, soprattutto in questi ultimi anni – avverte Annalisa Lillini, direttore della II Divisione del servizio Polizia postale e delle comunicazioni, Roma – Abbiamo capito che bisogna intercettare i bimbi di 8-10 anni e le loro famiglie per educarli a un approccio positivo alla Rete. La vita online ha ormai sempre più peso nella vita reale”.
“La creazione di una rete di competenze, che includa tutti gli adulti che vengono a contatto con bambini e adolescenti, rappresenta lo strumento più idoneo per costruire un percorso formativo finalizzato ad accompagnarli nella crescita fino a renderli cittadini consapevoli, protagonisti della propria vita, delle proprie scelte e dei propri sogni”, sottolinea Massimo Scaccabarozzi, direttore del Think Tank On Radar. Nel progetto, spiega, “il minore diventa l’attore principale del cambiamento affinché non sia vittima o potenziale autore di abusi e maltrattamenti, attraverso una serie di iniziative formative ed educative per aiutarlo a distinguere, ad esempio, il confine tra un complimento innocente e apprezzamenti e atteggiamenti discriminatori o a sfondo sessuale”.
“L’intento ambizioso è quello di contribuire a realizzare una condizione di salute globale del minore, in linea con alcuni degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 – chiosa Scaccabarozzi – tra cui, in particolare, il superamento della povertà e l’accesso all’istruzione”.