“La capogruppo AstraZeneca sta predisponendo tutta la documentazione, tutto il pacchetto da consegnare alle agenzie regolatorie. Confido che entro una settimana questo pacchetto sarà pronto e consegnato. A quel punto le agenzie regolatorie, con il rigore dovuto e con tutta la possibilità di controllare tutte le carte, potranno decidere se validare o meno il vaccino” anti-Covid. Lo ha dichiarato Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato dell’Irbm Pomezia, ospite del programma ‘L’imprenditore e gli alti’ su Cusano Italia Tv. L’azienda di Pomezia ha collaborato insieme all’università di Oxford alla messa a punto del vaccino anti-Covid prodotto e commercializzato su vasta scala da AstraZeneca.
Sulla richiesta di vari esperti, tra cui Andrea Crisanti, di pubblicare i dati del vaccino, “i virologi fanno bene a chiedere che i dati vengano pubblicati. Detto questo, i dati di fase 1 e fase 2 sono stati pubblicati su ‘Lancet’, quelli di fase 3 verranno pubblicati immediatamente dopo che saranno stati consegnati alle agenzie regolatorie – evidenzia Di Lorenzo – Questo è doveroso. Io ogni volta che esco dal portone di casa trovo qualcuno che mi chiede a che punto siamo. Quindi immagino che una popolazione stremata abbia il diritto di conoscere lo stato dell’arte”.
Sulla competizione tra vaccini, Di Lorenzo sottolinea che, “al netto della bandierina sulla Luna, la competizione è contro il virus, non contro i vari concorrenti. Abbiamo un mercato che è sterminato, ci sono 7 miliardi e mezzo di utenti annualmente con una o due dosi. Dico annualmente perché in questo momento non sappiamo ancora se il vaccino avrà un’efficacia di lunga durata, questo lo sapremo quando arriverà a superare l’anno il primo vaccinato. Tutti coloro che hanno partecipato ai test clinici di tutte le società continueranno a essere monitorati, a tempo indeterminato. In più i governi mettono in piedi un tracciamento in base al quale tutti coloro che vengono vaccinati entrano in questo computer con le performance che verranno fuori dalla vaccinazione”.
“Stiamo parlando di un’operazione epocale” per la distribuzione del vaccino, osserva Di Lorenzo. “Una vaccinazione di massa a livello globale di questo tipo è oggettivamente di una difficoltà enorme, ancora di più quando ci sono problemi di conservazione molto importanti. Io ho fiducia nell’organizzazione che il Governo sta mettendo in piedi. Il nostro vaccino può essere considerato anche in un normale frigorifero”.
Sull’obbligatorietà del vaccino, per il presidente e amministratore delegato dell’Irbm Pomezia, “più che emanare un Dpcm penso che possa essere utile fare una campagna di educazione sanitaria: bisogna cercare di far passare il concetto della necessità, dell’esigenza di questo e di altri vaccini. Condivido quanto detto da Walter Ricciardi – conclude – Apriamo le vaccinazioni e facciamo vaccinare tutti quelli che lo desiderano, se poi non si raggiunge un numero sufficiente a far stare tranquilli i cittadini che purtroppo il vaccino non possono farlo, allora bisognerà prendere altri provvedimenti”.