“Se a gennaio io venissi chiamata per la vaccinazione con il vaccino della Pfizer, non avrei nessun dubbio e sarei molto contenta di farmi vaccinare. E non perché sono incosciente o inconsapevole, esattamente per il motivo opposto: ho studiato il vaccino, so come è fatto e come funziona, ho seguito la sperimentazione e conosco le regole ferree che lo porteranno (speriamo) all’approvazione. La conoscenza libera dalla paura dell’ignoto”. Così Antonella Viola, immunologa e ordinaria di Patologia Generale dell’Università di Padova, in un post su Facebook. Ieri il virologo Andrea Crisanti invece si è detto scettico sul sottoporsi al vaccino anti coronavirus già nel mese di gennaio.
“Ricordiamo che il vaccino, quando arriverà, avrà concluso una fase III con oltre 40.000 persone coinvolte e sarà approvato solo se in queste persone non avrà causato effetti collaterali importanti. Quindi – avverte – non ascoltate chi insinua dubbi sui vaccini: la scienza non accetta scorciatoie ed è aperta alla verifica dei dati”.
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Nel lungo post l’immunologa spiega come “non tutti hanno le mie competenze e quindi devo provare a spiegare perché io mi fido, ovviamente semplificando, in modo che tutti possano seguire il mio discorso. Il vaccino è fatto da un involucro di grassi (lipidi) simili a quelli delle nostre cellule. Questo involucro, quando iniettato nel muscolo, può causare infiammazione. L’infiammazione – prosegue l’immunologa – è una reazione dei nostri tessuti e si manifesta con arrossamento, gonfiore e dolore. Questo non capita in tutti anzi! Ma in una piccola percentuale di persone può accadere che ci sia arrossamento localizzato e dolore muscolare”.
“Il tutto si risolve in poche ore – prosegue – A volte l’infiammazione causa il rilascio di molecole prodotte dalle nostre stesse cellule e queste, se in concentrazioni alte, possono lasciare il muscolo e raggiungere il resto del corpo. Ecco che in una piccolissima percentuale di persone (siamo tra il 2 e il 4%) si può avere stanchezza, mal di testa o febbre. Come quando abbiamo l’influenza. Il tutto scompare in poche ore. Questi involucri lipidici vengono degradati rapidamente e non possono causare danni a lungo termine”.
“Per quanto riguarda il contenuto degli involucri, si tratta di una molecola di R messaggero, cioè sono delle istruzioni per dire alle nostre cellule di produrre una proteina. Tutto quello che fa questo mRna è di farci produrre una proteina. Nessun virus quindi e nessuna modifica del nostro Dna: solo una proteina – ricorda l’immunologa – Questa proteina verrà riconosciuta dal nostro sistema immunitario come qualcosa di nuovo, producendo anticorpi contro di essa. Gli anticorpi prodotti saranno in seguito in grado di bloccare il coronavirus e proteggerci. Anche in questo caso, si può generare infiammazione che si può manifestare a livello locale o, nelle piccole percentuali che vi dicevo prima, anche con mal di testa o stanchezza o qualche linea di febbre”.
“Certamente sarebbe meglio avere un vaccino che non ha nessun effetto collaterale, seppur lieve, sul 100% delle persone, ma credo che, se anche io dovessi essere tra i pochi a sviluppare qualche sintomo, tutto sommato accetterei di buon grado qualche ora di mal di testa a fronte di essere protetta dal Covid-19! – evidenzia Viola – Per quanto riguarda la possibilità di effetti a lungo termine, la scienza li esclude, proprio per la natura del vaccino: lipidi e mRna si degradano e non possono causare alterazioni stabili”.